Castelcucco, ristrutturazione e ampliamento della “Coop. Vallorgana” per i lavoratori svantaggiati

Sarà presto presentato in giunta comunale il progetto di ristrutturazione ed ampliamento della “Cooperativa Vallorgana” di Castelcucco. Un progetto ambizioso, che mira a coniugare una prospettiva sociale con le esigenze dei diversamente abili e dei lavoratori rimasti gravemente infortunati.

L’idea, nata diversi anni fa, si è concretizzata grazie alla stipulazione di un accordo tra alcuni privati, che ha reso possibile il trasferimento al Comune di Castelcucco sia del terreno adiacente all’attuale sede della Cooperativa che della somma di 46 mila euro da destinarsi all’intero progetto di ristrutturazione e di ampliamento.

L’architetto responsabile del progetto, Marco Schiavo, ha spiegato: “La nuova struttura risulterà sostanzialmente bipartita: al piano terra verranno ampliati gli spazi destinati alla produzione della Cooperativa, come una nuova piattaforma laboratoriale e un magazzino per le merci, mentre al primo piano verrà creata una sala polifunzionale per conferenze et similia a disposizione dell’amministrazione comunale”.

Un progetto composto da due parti, che tuttavia non si escludono ma si compenetrano a vicenda.


“È una bellissima cosa che ci sia collaborazione e integrazione tra la comunità politico-sociale e i disabili” ha affermato a tal proposito il presidente della Cooperativa, Alberto Mascotto, che ha poi precisato: “L’ambiente al piano terra è pensato principalmente per i lavoratori della cooperativa di tipo A, ovvero quella storica, ma avrà anche dei locali per la sezione della Cooperativa di tipo B, cioè per tutti quei lavoratori svantaggiati, che per motivi psico-fisici – dai problemi di alcolismo agli incidenti o infortuni sul lavoro – non possono più svolgere la loro normale attività lavorativa”.

CASTELCUCCO1

Attualmente la Cooperativa accoglie circa 25 ragazzi disabili, dediti a varie mansioni, – prosegue Mascotto – tra cui l’assemblaggio di parti meccaniche di oggetti, poi rivenduti ad aziende limitrofe. Nel corso degli anni abbiamo riorganizzato gli spazi, ma non sono più sufficienti, li vorremmo più confortevoli e facilmente utilizzabili, così che gli operatori e i ragazzi possano vivere e lavorare nelle migliori condizioni possibili”.

In tale direzione si muove anche la “Casa amica”, destinata – così sperano i fautori dell’idea – a divenire “Dopo di noi”.

La casa amica è una sorta di format in cui, attualmente, i ragazzi possono trascorrere un week-end in autonomia. In questo modo si aiutano e le famiglie e i ragazzi a crescere. I genitori, però, desidererebbero che, una volta venuti a mancare, ci fosse una struttura in grado di accogliere i loro figli in futuro”, precisano i fautori dell’idea.

“Ecco allora l’ambizione di creare una sorta di micro-comunità in cui il disabile potrà vivere non solo nel weekend, ma sempre: questo il progetto “Dopo di noi” – ha raccontato l’architetto, dando ulteriore riprova della doppia valenza del progetto, sia individuale, incentrata sul disabile, che collettiva, di supporto alla famiglia e alla comunità.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione dell’architetto Marco Schiavo).
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