Ieri poco prima delle 20 l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è intervenuto all’altezza del terzo tiro della Via della Vipera sulla Cima Dallago, sulla Croda da Lago (Livinallongo del Col di Lana), dove, prima di cordata, un’alpinista era volata per una quindicina di metri, riportando un pesante trauma alla caviglia e altre possibili contusioni.
La giovane, una 27enne di Cortina d’Ampezzo, era stata trattenuta dal compagno più sotto nella caduta, ma aveva sbattuto violentemente sulla parete. Arrivati sulla verticale, il tecnico di elisoccorso è stato calato con un verricello di una cinquantina di metri di fronte a lei, per verificarne le condizioni per decidere la modalità operativa.
Il soccorritore è quindi stato lasciato alcuni metri a monte, per attrezzare una sosta e calarsi. Con le nuvole che si stavano richiudendo, prestate le prime cure urgenti, la ragazza è stata verricelata a bordo.
L’eliambulanza è riuscita velocemente a recuperare anche il compagno con un verricello di 60 metri, prima che la visibilità fosse compromessa. L’infortunata è stata trasportata all’ospedale di Belluno. L’intervento si è concluso alle 21.20.
Sempre ieri sera, giovedì, il Soccorso alpino di Cortina è stato allertato per una cordata in difficoltà, al rientro dal Primo Spigolo della Tofana di Rozes. I due alpinisti torinesi, lui 52 anni, lei 34, avevano incontrato problemi, quando la donna si era spaventata percorrendo la traccia corretta, che è esposta e friabile.
Avevano così provato un itinerario alternativo a monte di Punta Marietta, bloccandosi su una cengia esposta. Quattro soccorritori di Cortina e due della Guardia di finanza sono quindi risaliti con i mezzi fino all’inizio delle serpentine, per poi proseguire a piedi, in costante contatto telefonico con i due.
In un’oretta la squadra è riuscita a raggiungere la coppia, che nel frattempo si era mossa, era riuscita ad avanzare e a scollinare sull’altro versante. Dopo aver assicurato la scalatrice con una corda corta, i soccorritori sono ridiscesi con loro al Giussani e da lì al fuoristrada. I due alpinisti sono infine stati riaccompagnati alla loro macchina al Rifugio Dibona. Le operazioni si sono concluse verso mezzanotte e mezza.
Infine, sempre ieri sera attorno alle 21, la Centrale del 118 è stata allertata da due alpiniste polacche di 39 e 26 anni che, dopo essere uscite dallo Spigolo Dibona sulla Cima Grande di Lavaredo, raggiunta la cengia non erano più in grado di proseguire, poiché avevano iniziato la scalata alle 6 ed erano sfinite dalla stanchezza e infreddolite. Una squadra del Soccorso alpino di Auronzo e della Guardia di finanza ha quindi risalito la normale, le ha raggiunte e rifocillate.
Dopo averle assicurate, i soccorritori sono quindi rientrati a valle con loro. L’intervento si è concluso alle 4.
Questa mattina verso le 9.20 la Centrale del 118 è stata attivata per un 58enne di Taibon Agordino (Belluno), colpito da un grosso masso, mentre con un’altra persona si trovava nelle vicinanze dell’acquedotto del Rifugio Tissi.
Scivolato per alcuni metri nel canale, l’uomo è poi riuscito a spostarsi di lato da solo, per mettersi al sicuro dall’eventuale caduta di sassi.
Risaliti alle coordinate del punto, sul posto è volato l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che ha calato il tecnico di elisoccorso con un verricello, per sincerarsi delle condizioni dell’infortunato.
Una volta recuperato, l’uomo è stato preso in carico dal personale medico, che gli ha prestato le prime cure sulla piazzola del Tissi. Caricato a bordo, è stato trasportato all’ospedale di Belluno con un possibile politrauma.
Verso le 11.20 Falco è stato inviato a Falcade, sul sentiero che conduce a Malga ai Lach, dove un’escursionista, che stava passeggiando con la famiglia, si era sentita poco bene.
Issata a bordo, la 59enne di San Martino di Lupari (Padova) è stata accompagnata a Belluno, per gli approfondimenti del caso.
(Autore: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: CNSAS)
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