Esiste dal lontano 1957, nel cuore del bucolico paesino di Sant’Antonio Tortal a Borgo Valbelluna, l’azienda Brancher Legnami. E nonostante il graduale sviluppo che oggi l’ha portata a distinguersi anche all’estero nel proprio settore di competenza non ha nessuna intenzione di delocalizzare: ha creato, anzi, un’accademia che possa insegnare ad altri professionisti da tutt’Europa come approcciare al legno in modo sostenibile e ai giovani come appassionarsi a questo lavoro, che è antichissimo e che richiede pazienza e abilità tecnica, ma anche creatività e ingegno.
Ancora una volta un imprenditore autoctono, Maurizio Brancher, ci racconta di un legame indissolubile tra un territorio e quell’energia positiva che spinge avanti un’azienda, che le permette di superare problemi come la mancanza di dipendenti e il costo della materia prima.
Suo padre aveva poco più di vent’anni quando tutto è iniziato: la Brancher era la piccola segheria del paese e così è stato fino a poco prima degli anni Novanta, quando un giovane Maurizio, interessato a cambiare le sorti dell’azienda di famiglia, entrò in gioco. La trasformazione avvenne prima con un potenziamento della segheria e poi con una serie di investimenti in carpenteria, completando quindi il servizio rivolto alle imprese edili. Con l’entrata in azienda della terza generazione, ovvero con il figlio di Maurizio, l’apporto tecnologico divenne ancora più sostanziale e consentì all’azienda di strutturare un ufficio tecnico particolarmente agile, con ingegneri e geometri specializzati.
“Abbiamo trasformato quella segheria in una carpenteria estremamente pratica, con la riduzione dei tempi di realizzazione attraverso centro di lavoro a controllo numerico – ci spiega nel suo ufficio, in centro a Sant’Antonio Tortal, Maurizio Brancher – Contestualmente abbiamo creato una nuova azienda, For Wood, che si è specializzata nella progettazione e nella costruzione di edifici a basso consumo energetico e strutture in legno”.
Siete convinti che il legno potrà essere il materiale del futuro?
“Le dico solo che il legno è un materiale che viene utilizzato da sempre e, se trattato in modo adeguato e con le tecniche corrette, può durare per tantissimo tempo. La storia ci insegna che esistono siti in legno, come chiese e altri edifici, che dopo quasi un millennio sono ancora in piedi. In più, è un prodotto che è sostenibile, riciclabile e che costa poco a livello energetico per quanto riguarda la produzione”.
La filiera del legno italiana è in salute? Può crescere?
“Diciamo che la filiera del legno italiana può, potrebbe e deve essere potenziata. Noi paghiamo lo scotto di essere sempre troppo vicini ai nostri cugini austriaci, che la fanno da padroni. Loro hanno delle industrie particolarmente sviluppate, ma noi possiamo comunque dire la nostra perché abbiamo una materia di ottima qualità e delle maestranze estremamente competenti”.
Qui alla Brancher avete integrato anche un’Academy del legno: cos’è?
“Guardi noi abbiamo appena iniziato un progetto che devo dire non è per nulla semplice e anzi sicuramente ambizioso. Abbiamo pensato di mettere a disposizione le nostre competenze, i nostri servizi, la nostra esperienza a disposizione sia dei giovani sia di progettisti e professionisti del nostro settore. Ai giovani specialmente vogliamo cercare di far conoscere questo mondo del legno, che secondo noi ha un notevole potenziale di sviluppo, ma anche far capire loro che questo settore permette di avere una qualità di vita invidiabile e delle prospettive lavorative molto interessanti.
Ascolti, ma se avesse l’opportunità di duplicare il fatturato andandosene da Sant’Antonio Tortal, lo farebbe?
“Sono trentacinque anni che sono in questo territorio e ho sempre investito qui. Credo in questi luoghi e spero di essere un po’ d’esempio anche per i giovani che hanno avuto la fortuna di crescere qui: affinché invece di pensare a come uscire da questi piccoli paesi e cercare avventure in città, investano invece nelle nostre valli”.
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