Il resort di case sull’albero di lusso dei Meister sul Col di Collalto: 40 milioni di investimento tra speranze e timori degli auronzani

Il resort di case sull’albero di lusso dei Meister sul Col di Collalto
Il resort di case sull’albero di lusso dei Meister sul Col di Collalto

“Costruire una casetta sull’albero o una capanna nel bosco è un sogno ricorrente tra i bambini”: questa è l’idea alla base di un luxury resort da poco meno di quaranta milioni di euro di investimenti sul Col di Collalto ad Auronzo di Cadore, posizionato su una terrazza naturale non lontana da Malga Maraia che non era mai stata considerata prima sotto il profilo degli investimenti.

Una volontà che la famiglia meranese Meister, già proprietaria di due prestigiosi hotel in Alto Adige, ha già portato avanti concretamente, acquistando ampie proprietà sul territorio comunale, ma che ha anche voluto condividere di persona con cittadini di Auronzo, i regolieri, le attività commerciali, alla presenza dell’amministrazione comunale. All’incontro di ieri, mercoledì 15 marzo, la sala consiliare del municipio era gremita, segno che il paese ha effettivamente apprezzato questa condivisione.

Un resort da sogno, in un posto da sogno

Il progetto del resort descrive un modello ancora poco diffuso in Italia: pensato per 142 clienti, avrebbe un corpo centrale con ristorante, bar, palestra, piscina coperta interna e una spa con tre saune, affacciato su un “biolago”. Tutt’attorno sorgerebbero 38 palafitte sopraelevate, a un’altezza notevole da terra, in legno e vetro. La zona sarebbe raggiungibile con una strada bianca di circa 1250 metri (nel progetto iniziale, poi modificato dopo i primi confronti con la Sovrintendenza, era asfaltata) accessibile solo dai mezzi elettrici: i clienti gireranno a piedi o in navetta. Il prezzo a persona sfiorerebbe i 600 euro a notte e la famiglia si è detta convinta nell’accettare pernottamenti di almeno tre giorni.

I Meister hanno già acquistato dai privati un milione di metri quadri di terreno, compreso l’Hotel Cristallo e una seconda struttura in paese, ma l’area dove vorrebbero costruire il resort è sotto la giurisdizione delle Magnifiche Regole. Libera da particolari vincoli paesaggistici, è stata scelta perché rappresenta l’unica località dove sarebbe possibile creare un villaggio senza dover disboscare. Inoltre, un resort che si presti alla proposta wellness richiede una certa distanza dalla strada principale, che più a valle raggiunge Misurina.

Capanna sull'albero
Un modello di come potrebbero essere i cottage sopraelevati in inverno

Alex Meister spiega perché proprio Auronzo

“Mi è stato chiesto spesso perché abbiamo scelto Auronzo di Cadore – ha spiegato Alex Meister, accompagnato anche dai genitori e dalla moglie, ovvero i soci dell’attività -. La verità è che sono rimasto pietrificato davanti alla bellezza delle vostre montagne. Voi ammirate tanto l’accoglienza alberghiera altoatesina, ma ormai da noi si parla soltanto di metri quadrati e di quante saune abbia una struttura. Manca il fascino che questa località invece avrebbe”.

“Abbiamo notato nella nostra esperienza che, se in genere sono le donne a prenotare gli alberghi e organizzare i viaggi, per quanto riguarda le case sull’albero sono invece anche gli uomini. Nelle nostre strutture già esistenti il turismo emozionale sta avendo gran successo. Lì chiediamo anche oltre cinquecento euro a notte, con prenotazioni costanti”.

Rendering del resort
Un rendering del resort

“Non ci spaventa il cambiamento climatico, né la questione della difficoltà delle piste in questa zona – afferma in un’intervista dopo la conferenza -. Si prevede che sciare diventerà una delle attività più costose e molti sceglieranno di dedicarsi ad altre attività invernali. Per quanto riguarda il resto dell’anno, il paese avrà l’opportunità di dotarsi di guide turistiche e altre attività”.

L’indotto che il paese riceverebbe da questo investimento sarebbe perlopiù indiretto, poiché la struttura sorgerebbe a diversi chilometri dal centro vero e proprio: avrebbe l’opportunità di intercettare la clientela dell’hotel, investendo in un segmento più elevato di accoglienza turistica. Il resort necessiterebbe comunque anche di circa 60 addetti in più, che chiaramente cercherebbe nelle vicinanze, con tuttavia un livello di specializzazione particolarmente elevato.

Il discorso del sindaco Dario Vecellio Galeno

“L’obiettivo della serata è quello di capire se questa comunità sceglierà di progredire, se vogliamo insomma guardare al futuro e fare quel cambio di passo di cui abbiamo bisogno, oppure se preferiamo rimanere fermi – ha introdotto il sindaco di Auronzo di Cadore, Dario Vecellio Galeno, affiancato dall’assessore Roberto Pais Bianco -. Tutti noi abbiamo attraversato il paese stasera: l’abbiamo visto spento, con sempre meno attività commerciali e un calo demografico inarrestabile che potrebbe portarci in qualche mese al di sotto dei tremila abitanti. Si tratta di fare delle scelte concrete e ricevere delle spinte emozionali, che portino i giovani a fermarsi qui e questo paese a ripartire”.

Perplessità di alcuni cittadini e risposte

C’è chi ha chiesto: “Il paese è ingessato per i vincoli urbanistici, com’è possibile che il residente non possa aprire una finestra sulla sua baita e un investitore possa pensare a un progetto del genere?”. “L’area non ha gli stessi presupposti del centro abitato – ha risposto il sindaco -. Siamo consapevoli che abbiamo un piano regolatore obsoleto, che risale al ’75: ci vorrà qualche anno affinché questo cambi”.

“Quali sono le garanzie sulla vostra stabilità economica? Cosa succede se, diciamo, finiscono i soldi?” ha chiesto un altro auronzano. “Abbiamo tutte le coperture e abbiamo già deciso che se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto sposteremo tutti gli investimenti che vorremmo fare a Cortina su questo progetto” ha risposto Alex Meister.

Un cittadino ha sollevato poi la questione dell’acqua: “Quel bacino d’acqua e le utenze quanto impatteranno sulla disponibilità idrica della zona?”. Alla domanda è stata data una risposta tecnica, confermando che le sorgenti in quella zona sarebbero sufficienti.

 
“Voi parlate di 60 posti di lavoro, ma a noi ne mancano anche solo per le nostre strutture. Come può essere questa un’opportunità?” E i Meister: “L’indotto per il paese sarà indiretto. Il paese dove abbiamo creato l’altra struttura, Avelengo, è diventato il migliore per tasso di occupazione”.

“Noi non siamo d’accordo. Il sito verrà costruito anche sopra un sito interessante dal punto di vista naturalistico” ha contestato il comitato W Vittoria, che ha già incontrato in passato la famiglia. “Credo che l’aspetto legato alla flora e alla fauna possa proprio essere un’attrattività da raccontare nel turismo di questo tipo, magari creando una fondazione e mettendo proprio chi ha a cuore questo aspetto alla presidenza” ha risposto Alex Meister.

“Noi qui abbiamo un altro tipo di turista. Del genere che mangia la pizza e spende poco. Se il villaggio fosse per un turismo popolare, potrebbe essere un’opportunità, ma con prezzi a tre cifre a notte come può esserlo?” E la risposta degli imprenditori: “Viene prima l’uovo o la gallina? L’offerta o la proposta? Noi crediamo che prima venga l’offerta. Bisogna creare attività che diano valore a questo territorio”.

Gli incoraggiamenti al paese

Auronzo ha bisogno di aprire le porte e far entrare dell’aria fresca” ha detto ieri un noto imprenditore locale. L’incoraggiamento più sentito e applaudito, non tanto ai Meister quanto agli auronzani e al loro operato, è arrivato da un albergatore di Auronzo: “Durante questo dibattito ho sentito da parte del pubblico specialmente domande inerenti alle problematiche, ma nessuno mai ha suggerito delle soluzioni. Questo è il problema reale di questo paese. Diciamo no a prescindere ma poi non proponiamo niente in cambio.

Diciamo che non saremo in grado di avviare attività di livello, che i nostri ragazzi non avranno la possibilità di lavorare in un hotel a cinque stelle, che le nostre attività turistiche rimarranno sempre a uno scalino inferiore rispetto a quelle di Cortina e dell’Alto Adige. Io dico che credere che non possiamo farcela a prescindere sia un peccato. Così sì che si finisce per far fallire il paese”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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