Lavoro intenso per la Polizia Provinciale di Belluno: gli agenti hanno rafforzato il servizio di vigilanza sul territorio durante il periodo venatorio.
«Un impegno non da poco, modulato anche in orario notturno, che è funzionale a prevenire fenomeni di bracconaggio o irregolarità – commenta il presidente della Provincia dolomitica, Roberto Padrin -. Aver aumentato la dotazione degli agenti, grazie all’impegno della Regione Veneto, è stato fondamentale anche in questo senso».
Il caso
Proprio nel corso delle operazioni di vigilanza, la Provinciale è riuscita a fermare un cacciatore che esercitava la pratica venatoria fuori dagli orari previsti. È successo domenica 20 ottobre scorso nella zona del Feltrino.
Il cacciatore, in possesso di regolare permesso, ha abbattuto un cervo alle 5 del mattino, mentre l’orario di avvio della caccia era fissato alle 6.30. Gli agenti che erano in servizio hanno sentito lo sparo e grazie al visore notturno sono riusciti a individuare la carcassa dell’ungulato e a fermare il cacciatore. Al trasgressore è stata comminata una sanzione amministrativa.
«La violazione del mancato rispetto degli orari di caccia è sgradevole per tutti i cacciatori che rispettano le regole – afferma Silvia Calligaro, vice presidente della Provincia e delegata nelle materie di caccia e pesca -. La correttezza con cui il mondo venatorio esercita l’attività di caccia è fondamentale per la cura del territorio e le sue risorse naturali. E per questo è ancora più importante il servizio dei nostri agenti, che non va visto come repressivo bensì come preventivo».
I numeri
Servizio che ha visto elevare 75 sanzioni da inizio anno in materia di caccia e pesca. La maggior parte è riferita all’attività alieutica senza licenza o permesso, o per la pesca con mezzi vietati. Particolare il caso rilevato durante l’estate di due persone che praticavano la pesca subacquea con la fiocina. Si è trattato di un’operazione complessa, che ha comportato ore e ore di appostamenti. I due, residenti fuori provincia, sono stati fermati grazie alla collaborazione delle guardie volontarie nelle acque del Piave oltre lo sbarramento di Busche.
Sono state invece 6 le violazioni registrate nel mese di ottobre per violazione delle distanze nella pratica dell’attività venatoria.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
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