Seconda serata di confronto sul tema della biodiversità: ad Asolo si riflette sull’ipotesi di un “distretto della nocciola”

Giovedì scorso, 23 di febbraio, si è tenuto il secondo appuntamento della serie di eventi dedicati alla biodiversità che l’amministrazione comunale di Asolo ha fortemente voluto nella propria sala consiliare.

Nello specifico questo contributo si è concentrato in un’analisi della natura del nocciolo, che ha una fama di prodotto d’élite, ma che con una giusta sinergia può diventare un prodotto d’eccellenza anche per la città Asolo e sviluppare una nuova microeconomia, capace di riassumere una catena produttiva premiante.

A parlarne ai presenti di questo tema, questa volta, il dottor Stefano Soligo, agronomo specializzato proprio nello studio e nella tutela di questa pianta, che ha dato una visione molto realista di questo settore.

Il nocciolo non è pensato dai trevigiani come uno di quegli alberi che una volta piantati e correttamente mantenuti generano un guadagno sicuro: la lavorazione della nocciola appare costoso e l’economia di questo frutto, pur essendo autoctono, necessita di una completezza nella catena di vendita.

Non è un mistero che regioni come il Piemonte siano diventate celebri per la cultura delle nocciole, in seguito allo sviluppo della filiera del cioccolato o delle merendine, perché le stesse hanno creato dei distretti di lavorazione altamente tecnologici che potevano contare sulle produzioni dei grandi numeri.

La qualità dei Corylus Avellana, questo il nome specifico del nocciolo, in Alta Marca in realtà non ha necessità di trattamenti particolari e dipende prettamente dalla qualità della terra e dalle condizioni climatiche: mentre le noci che nascono e crescono nel nostro territorio sono generalmente soggette alla presenza di vermi, infatti, le nocciole non hanno problemi di questo tipo.

Quello di giovedì corso è stato un incontro che ha visto una partecipazione meno popolosa, ma al contempo particolarmente attiva e attenta: alcuni tra gli addetti ai lavori presenti afferma di aver già piantato alcuni noccioli nei terreni di proprietà per capirne la qualità.

Nonostante per la raccolta delle nocciole esistano dei macchinari appositi di nuova generazione, capaci di ridurre tempi di manodopera ai minimi termini rispetto a quanto si potrebbe pensare, per un singolo coltivatore concentrare la propria attenzione su questo frutto sarebbe impensabile.

Il vicesindaco Franco Dalla Rosa, assessore all’agricoltura, riassume così le conclusioni della serata: “Per rendere fruttifera una produzione come quella delle nocciole, per le piccole aziende agricole del territorio, sarà necessario sviluppare spazi di produzione condivisi”.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: Web).
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