Questa mattina presto, lunedì 22 gennaio, i Carabinieri del Comando di Asolo e di Pieve del Grappa si sono messi all’opera per cercare di ritrovare tra le sterpaglie l’arma del delitto: un’opera non semplice considerando che la valle dove è stato ritrovato il corpo di Bledar Dedja è caratterizzata da un gran numero di rovi ed edere rampicanti.
Attraverso l’utilizzo di metal detector i militari hanno scandagliato una della metà dell’area, esaminando tratti di suolo calpestato lungo le scarpate e tracce di pneumatici, che però potrebbero non essere riconducibili alla giornata di ieri.
La Mercedes di Bledar Dedja, effettivamente, era chiusa al momento del ritrovamento, il che lascia presupporre che potesse essere presente una seconda automobile o più di una: all’interno, almeno secondo un primo esame non approfondito, non sarebbero presenti tracce di sangue.
Nel fondovalle e sotto il ponticello è presente una notevole quantità di rifiuti, cartacce e plastiche, il che rende più difficile individuare qualche elemento utile alle indagini. Sebbene poco conosciuta ai più, la zona non è nuova ad atti legati al crimine, anche se mai così gravi.
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