Se è vero che il significato del Natale sta dentro le piccole cose autentiche, allora un presepe artistico in una chiesetta del Settecento, voluto da un padre per sua figlia ma anche aperto alla comunità, ne è un esempio ideale: Case Fregona è un piccolo borghetto sopra la frazione di Crespignaga, a Maser, che in varie occasioni dell’anno diventa la tappa di quei passeggiatori che, dal centro di Asolo, si allontanano di qualche chilometro dal centro, per poi fare ritorno.
Avevamo già scritto, in passato, che capita che questo borgo si arricchisca dei colori e delle forme naif di Nadia Lionello, un’artista poliedrica che, con il consenso dei residenti, abbellisce periodicamente i contorni di questa contrada con pitture e murales su legno e pietre. Tra i primi edifici a destra lungo la stradina, il più sontuoso è senz’altro Villa Pasina, che a lato ospita anche una graziosa chiesetta.
Questo stabile, oggi restaurato dall’attuale proprietà, è stato una delle residenze estive della famiglia Pasina (che ad Asolo aveva altri immobili di pregio) e racchiude interessanti elementi architettonici: all’interno della chiesetta, dedicata alla Madonna della Salute e a Sant’Antonio da Padova, oggi, è presente un presepe interamente realizzato a mano da Nadia Lionello, che ha inoltre provveduto a decorare i dintorni del borgo. Un tempo, questa piccola chiesetta era frequentatissima dagli asolani.
Il Presepe di Alina è nato dall’ispirazione di Andrea, papà della bambina con questo nome, che tagliando la legna si è reso conto di quanto i ceppi mozzati fossero simili a delle tradizionali casette: Andrea ha così contattato la signora Nadia per proporle l’idea e l’artista, iniziando già a giugno dell’anno scorso, l’ha portata a termine con grande soddisfazione per entrambi.
La ricostruzione riprende uno scorcio su un’Asolo del passato, con tanto di Rocca, Castello, duomo, piazza, terrazze e campanile. I personaggi sono fatti di terracotta, anch’essi realizzati in stile naif.
“Nella mia esperienza ho lavorato in una bottega d’arte dove si dipingeva su legno: ricostruivamo anche le città europee antiche, con le mura e i palazzi, così è stato impostato anche in questo modo. Riguardo al legno, io cerco sempre di non bruciarlo ma di dargli nuova vita” spiega Nadia.
“Il presepe di Alina è un pensiero di vita serena per tutti i bambini e le loro famiglie, perché si possa ritrovare l’umanità perduta e la scintilla di cielo in ognuno di noi” scrive su un pannello la proprietà della chiesetta, che per la prima volta dopo tanti anni viene riaperta gratuitamente per quest’occasione fino al 7 gennaio. Per trovarla basta seguire gli indizi e le figure colorate che Nadia ha disseminato sulla strada fin dall’ingresso di via Gorghesana.
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