Sembra una favola la storia della Dal Bello, una cantina tra Fonte e Asolo che oggi rappresenta un’eccellenza dell’Asolo Prosecco DOCG: un racconto che, come tanti altri in Veneto, inizia e si mantiene in famiglia, oltre ad aver avuto origine nella povertà e nell’umiltà della collina di Sant’Anna di quel tempo.
I Dal Bello vengono dalla tradizione della mezzadria: a quel tempo in una sola casa si viveva in trenta persone, senza mai dirsi scomodi.
All’interno di un ampio casolare in zona Sant’Anna, ad Asolo, con una vista mozzafiato su Pagnano e tra le fronde di centinaia di ulivi, i Dal Bello producevano già in tempi non sospetti oltre diecimila litri di prosecco: poi c’è stata la commercializzazione, l’imbottigliamento e molto altro.
Ne hanno parlato Antonio e Mario Dal Bello all’inaugurazione del “Primo percorso della viticoltura di Asolo”, un breve sentiero che attraversa tratti di oliveto, macchie di boscaglia e radure, fino a raggiungere il Canevòn, un casolare che ha l’ambizione di diventare un altro spazio straordinario da rendere fruibile ai visitatori e agli ospiti della cantina.
Il percorso, oltre alla sua funzione di camminamento, ha anche la caratteristica di avere dei pannelli illustrativi capaci di descrivere la biodiversità presente, così come la storia dell’evoluzione della viticoltura nell’Asolano.
Nel racconto di Antonio Dal Bello, però, superando il 2000 e l’anno della denominazione DOCG nel 2008-2009, c’è stato spazio anche per il futuro e al suo fianco sono intervenuti anche i rappresentanti della quarta generazione: “Questi sono quei giovani che dovranno trasmettere una cultura ormai dimenticata, quella che ancora la nostra famiglia percepisce quando si reca al Canevòn, dove tutto per noi è cominciato” ha aggiunto.
L’evento d’inaugurazione è stato particolarmente originale e ha visto tre momenti: il primo, con la benedizione da parte dei frati cappuccini di Sant’Anna e il taglio del nastro, è stato allietato dai canti dei Possagnot, ma ha visto anche la presenza della Confraternita dei Vini Asolo Montello e gli interventi delle autorità.
Erano presenti tutti i sindaci, Mauro Migliorini per Asolo, Luigino Ceccato per Fonte, Fabio Marin San Zenone degli Ezzelini, Claudia Benedos per Maser, Paolo Mares per Castelcucco, Claudio Sartor per Cornuda, ma soprattutto come delegato provinciale, nonché la presidente dell’Ipa e sindaco di Pieve del Grappa Annalisa Rampin.
“Camminando lungo questo percorso possiamo avvicinarci a queste tabelle che parlano di diversità e di storia del nostro territorio – ha detto il sindaco Migliorini – La vera bellezza è stata aprire questo percorso ai cittadini ed è per questo che, a nome di tutta la città, vi ringrazio per il vostro lavoro e la vostra accoglienza”.
“È importante che tutti si sentano coinvolti in questo percorso di consapevolezza verso la biodiversità – ha commentato Annalisa Rampin – Questo sentiero non va che a confermare la volontà di mostrare la ricchezza e la varietà che la nostra core zone Mab Unesco è in grado di offrire”.
“Il percorso della viticoltura in questo territorio è stato lungo – ha esordito invece Claudio Sartor -Ricordo le polemiche su questi temi all’inizio di questo viaggio: ora vorrei dire a quelle persone di guardarsi attorno e chiedersi se davvero questi territori sono stati deturpati o invece sono stati valorizzati e abbelliti”.
Era presente anche Gabriella Dorio, campionessa olimpica dei 1500 metri piani nel 1984: “Se avessi avuto un posto così per allenarmi, sarei stata ancora più forte” ha commentato.
Dopo il taglio del nastro, gli ospiti sono stati condotti lungo il sentiero fino al casolare in questione, che si mantiene in ottimo stato di conservazione e dal punto di vista turistico può diventare una vera attrazione per l’autenticità che esprime e per il panorama che offre verso Pagnano e la Vallorgana.
È stato davanti al vero Canevòn che Antonio Dal Bello, con in mano una vecchia chiave simbolica che non è certamente più compatibile con il nuovo portone restaurato, ha riaperto davanti a tutti lo scrigno del passato di una cantina perfettamente conservata: “Ecco, qui dentro è cominciato tutto” ha detto, con emozione.
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