“Missili e droni kamikaze su edifici civili e abitazioni”, è questa la testimonianza che riporta il console armeno in Veneto, Gegik Sarucanian, al sindaco Migliorini, agli assessori e ai consiglieri collegati in streaming al consiglio comunale questo mercoledì, il 28 di ottobre.
Pochissimi sanno che la Repubblica armena di Artsakh, detta anche Nagorno Karabach, è uno stato a riconoscimento limitato, che ha proclamato la sua bandiera nel 1992 e che ancora oggi è caratterizzata da un conflitto in alcune regioni del confine azero.
L’asprezza dei combattimenti che vedono da una parte le forze occupanti dell’Azerbaigian e dall’altra la resistenza del piccolo esercito dell’Artsakh, con capitale a Step’anakert, ha costretto una parte della comunità armena a chiedere con maggiore urgenza il riconoscimento da parte degli Stati dell’ONU, senza ricevere per ora alcun consenso.
La Città di Asolo ha deliberato all’unanimità di supportare la lotta di questa piccola repubblica con un gesto che potrebbe dar vita a una reazione a catena, capace di far cessare i combattimenti nella piccola repubblica.
La motivazione della presa in carico di questa particolare azione sta nella storia di Asolo, che deve agli armeni un po’ della sua preziosità: ad Asolo, nell’ottocento, era presente una comunità armena.
Il vicesindaco Franco Dalla Rosa ha ricordato la sua esperienza di viaggio in Armenia durante il gemellaggio con la città di Jermuk e l’ospitalità del presidente. È forse questa la caratteristica che più accomunerebbe la “città dei centi orizzonti” con la “città delle sorgenti calde”: Jermuk è una destinazione turistica, con vari alberghi e fonti termali che attiravano visitatori già in periodo zarista.
L’incontro in streaming dei consiglieri con il console e con la rappresentante dell’Unione dei Talenti Armeni in Italia, la ricercatrice e scrittrice Valentina Karakhanian è servita per sottolineare che la richiesta di riconoscimento da parte dell’Onu è l’unica possibilità per quest’area del Caucaso, interessata da una discontinua serie di conflitti e tregue già dagli anni Novanta.
L’assessore Canil, delegato al sociale, è intervenuto portando avanti l’importanza di mantenere ad Asolo un’etica “glocal”: questo termine, che è spesso utilizzato erroneamente, definisce come fattore evolutivo della società l’interazione degli individui, organizzati in gruppi sempre più ampi. Asolo avrebbe sempre avuto questa tendenza ad affacciarsi anche su realtà nazionali e internazionali.
L’approvazione del punto porterà Asolo a rappresentare la Repubblica e la sua gente a livello nazionale, facendosi da portavoce e capofila. Tra gli esponenti della minoranza si è fatta viva qualche perplessità riguardo alle capacità del governo attuale nell’interagire, attraverso il Ministro degli Esteri, con realtà così distanti e lontane dall’Europa, ma all’unisono hanno concordato che la sensibilità di Asolo non verrà meno nemmeno questa volta.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: Concessione di Stefano Corazzin).
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