Pagnano d’Asolo, la presenza di cinghiali mette in seria difficoltà gli agricoltori: intere piantagioni di mais divelte

Le immagini di coltivazioni di mais pronto per il raccolto devastate a Pagnano d’Asolo lasciano i coltivatori increduli davanti alla distruzione del loro lavoro.

Tutte le tracce indicherebbero come prima causa i cinghiali, che durante la notte scendono affamati dai colli asolani per nutrirsi di pannocchie mature.  

Il sopralluogo eseguito dagli enti competenti sul terreno di proprietà di Giorgio Gazzola, imprenditore agricolo di Pagnano d’Asolo con allevamento di vacche da latte, ha portato alla scoperta di decine di metri quadrati di piante divelte dalla fame degli animali.

Le pannocchie sarebbero state selezionate secondo un criterio di maturità: i campi in cui le coltivazioni non sono ancora pronte per essere raccolte vengono ignorati completamente e risultano ancora intatti, ma il problema si presenterà non appena prima del periodo della mietitura.

Già a luglio gli agricoltori veneti si erano recati a Venezia per un flash mob, aderendo a una manifestazione organizzata a livello nazionale da Coldiretti per dimostrare il loro disappunto nelle maggiori piazze italiane (qui l’articolo), in attesa di una risposta dallo Stato per trovare una soluzione economicamente efficiente che garantisca la salvaguardia del loro duro lavoro e, allo stesso tempo, permetta agli animali in questione la sopravvivenza senza creare ulteriori malumori.

Si parla di una perdita stimata fra il 60% e l’80% del raccolto attribuibile con grande certezza ai cinghiali, in quanto sono state trovate orme e feci sul luogo (nella foto sopra), oltre che segni di morsi nelle pannocchie.

I cinghiali sono animali molto robusti, possono raggiungere 180 centimetri di lunghezza e pesare fino a 200 chilogrammi, con canini lunghi fino a 10 centimetri nelle femmine e 30 centimetri nei maschi adulti.

In natura persino i grandi predatori usualmente evitano di dare la caccia ai cinghiali, in quanto molto pericolosi, e il loro predatore principale nel nostro territorio è il lupo italiano.

Questi ungulati sono dotati di una grande capacità proliferativa, entrando in estro fino a tre volte l’anno, con una gestazione della durata di 115 giorni e dando alla luce fino a una decina di cuccioli per volta.


(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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