Flessione delle donazioni di sangue in Italia e in Veneto: -10%. Pradal (Avis Veneto): “Il calo sta mettendo a rischio tutto il sistema sanitario”


Arriva anche da Avis nazionale l’allarme per la netta flessione di donazioni in Italia e l’aumento dei consumi di sangue.

Gli ospedali, infatti, con i reparti tornati “no-covid”, stanno riprendendo la normale attività interventistica. I dati nazionali donazioni/consumi relativi a giugno, diffusi dal Centro nazionale sangue, preoccupano.

In Veneto, come in tutto il Paese, il calo donazionale si è attestato sul -10% rispetto allo stesso mese del 2020, mentre il fabbisogno di soli globuli rossi è cresciuto mediamente del 2%.

Un “gap” del 12%. Nella nostra regione, dal 28 giugno al 25 luglio (ultimi dati diffusi dal Crat, Coordinamento regionale attività trasfusionali) sono state donate 17.497 sacche, mentre ne sono state trasfuse 18.238.

Le trasfusioni sono state il 4% in più rispetto ai prelievi e le scorte si stanno esaurendo. Si contano, in ogni giornata di luglio, ben 651 trasfusioni a malati acuti (incidenti in netta risalita e interventi d’urgenza o programmati) e cronici (leucemici, talassemici, oncologici…), mentre le donazioni sono state 625.

Il calo delle donazioni sta mettendo a rischio tutto il sistema sanitario. La preoccupazione è non solo per il momento contingente, ma anche per i prossimi mesi – afferma la neo presidente di Avis regionale Veneto Vanda Pradal – visto che da settembre potrebbero riprendere a pieno ritmo tutte le attività chirurgiche. Senza contare che nel mese di agosto storicamente le donazioni diminuiscono per gran caldo e vacanze”. 

Quest’anno, poi, si prevedono più auto in circolazione sulle strade delle vacanze rispetto al 2020 e di conseguenza, si prevedono incidenti stradali in ascesa.

Se calcoliamo che una sacca di sangue dura un massimo di 40-45 giorni – continua Pradal – il nostro invito ai donatori periodici e volontari non può che essere uno: programmate pure le meritate vacanze, ma con responsabilità programmate anche la vostra donazione“.

“È comunque indispensabile – precisa la presidente Avis – che gli afflussi presso i Centri trasfusionali e di raccolta associativa siano organizzati. Questo sia per permettere al personale una più razionale gestione dei prelievi, sia per snellire il tempo di attesa del donatore stesso. Prendete appuntamento con la vostra Avis (o rispondete alla sua chiamata se trascorsi tre mesi dall’ultima donazione) e soprattutto, in caso di impedimento alla donazione dopo aver preso l’appuntamento, avvertite per tempo il Centro trasfusionale affinché nessun lettino resti vuoto”.

Il Veneto, nell’ambito del programma di autosufficienza nazionale, è da anni anche impegnato a sostenere la terapia dei talassemici della Sardegna (dove la malattia è endemica e provoca scarsità di donatori) con invii regolari di sangue. Per il 2021 era previsto un sostegno di 4000-4500 sacche. 

“Finora siamo riusciti a onorare il nostro impegno verso questo territorio. Proprio in questo momento – spiega Vanda Pradal – con la tragedia che ha colpito la Sardegna la scorsa settimana causando ulteriori problemi alle loro donazioni, non possiamo che continuare con responsabilità a sostenere questa regione”.

E per chi voglia diventare donatore per la prima volta? “Un impegno civico importante che mi sento di promuovere con forza. Dopo la visita e gli esami per l’ottenimento dell’idoneità alla donazione si può donare trascorsi circa 45 giorni. Ma anche in questo caso – conclude la Pradal – è bene prendere appuntamento, per rispettare anche le misure di sicurezza anti Covid. Chiamate quindi le Avis provinciali (reperibili sui nostri siti) che vi accompagneranno passo passo a compiere un gesto di vera solidarietà verso il prossimo”.

(Fonte e foto: Avis Veneto).
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