In queste ore anche i fedeli musulmani dell’Alta Marca Trevigiana stanno celebrando la Festa del sacrificio all’interno delle loro famiglie e, dove possibile, in una dimensione comunitaria.
L’Eid al-Adha ricorda la storia di Abramo, il grande profeta al quale Dio ha concesso di sacrificare un montone al posto del figlio Ismaele (nella versione cristiana si parla invece di Isacco).
La figura di Abramo, patriarca delle tre “Religioni del Libro”, rappresenta la fede e la sottomissione totale a Dio.
“Il mio augurio – ha affermato Ait Alla Lhoussaine, presidente della Federazione Regionale Islamica del Veneto – è che questa festa possa invitare a riflettere sul patrimonio comune delle religioni e sull’importanza della collaborazione per la costruzione di una società nella quale regni la pace. In questo momento molte famiglie musulmane del Veneto stanno festeggiando nei loro Paesi d’origine e nelle loro abitazioni. Nel rispetto delle misure anti-Covid, siamo riusciti ad organizzare dei momenti di preghiera anche nelle nostre moschee in Italia”.
Durante la festa, i fedeli musulmani comprano un capro o un agnello e lo offrono in sacrificio per ricordare quanto fatto da Abramo.
Quest’anno i festeggiamenti dureranno fino al 23 luglio e, prima della pandemia, la giornata si caratterizzava per l’importanza della grande preghiera comunitaria che solitamente si tiene nel luogo più importante di ogni città islamica, all’aperto o nella moschea principale.
In alcune città italiane, le amministrazioni comunali hanno messo a disposizione degli spazi pubblici per la preghiera dei fedeli musulmani; a causa dell’emergenza Coronavirus, però, c’è chi ha preferito evitare che si formassero degli assembramenti.
Questa festa è l’occasione per indossare abiti nuovi e puliti per partecipare con tutta la famiglia alla preghiera comunitaria: il momento della riunione collettiva è seguito da visite ad amici e parenti, da scambi di doni e da riunioni per il pranzo e per la cena.
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