Una cena a base di funghi che ben presto, al termine degli antipasti, si è trasformata in un incubo. E’ quanto successo sabato scorso, in un rinomato ristorante a Tarzo. Una trentina i commensali che, a causa di quanto ingerito, si sono dovuti rivolgere alle cure dell’ospedale. Fortunatamente è bastato qualche farmaco per contrastare la nausea e tutti sono stati dimessi poche ore dopo.
Sarebbero stati gli stessi titolari del locale a lanciare l’allarme al Suem 118, dopo che alcuni clienti hanno cominciato ad avvertire i primi sintomi, quali nausea e vomito. Alla fine saranno 28 (la maggior parte spontamemente, solamente due in ambulanza) coloro che si recheranno negli ospedali di Vittorio Veneto (15 persone) e Conegliano (13). E’ possibile anche che qualcuno, preso dal panico iniziale, si sia fatto suggestionare, decidendo di recarsi in pronto soccorso senza un reale bisogno.
Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri ed un tecnico micologo dell’Ulss 2 Marca Trevigiana. Secondo successive verifiche da parte dell’azienda ospedaliera, l’intossicazione collettiva sarebbe stata causata da un’insufficiente cottura dei chiodini. Ulteriori ispezioni nel ristorante non hanno evidenziato irregolarità dal punto di vista igienico-sanitario. “Siamo profondamente amareggiati e addolorati”, fanno sapere dal locale.
Si ricorda che l’unico metodo sicuro per l’identificazione delle specie commestibili è la classificazione sulla base delle loro caratteristiche, eseguita da personale appositamente formato. La maggior parte delle intossicazioni è determinata da funghi velenosi, raccolti da persone inesperte ma, anche, da funghi generalmente commestibili, raccolti in luoghi inidonei o cucinati in modo non appropriato.
È dunque opportuno sottoporre a controllo micologico tutti i funghi freschi raccolti, prima di consumarli, in modo da avere la certezza che si tratti di specie commestibili. Tutti i funghi vanno consumati ben cotti, perché crudi sono scarsamente digeribili, se non addirittura tossici.
Il chiodino in particolare, il fungo più raccolto nella zona pedemontana, ad esempio, è notoriamente tossico da crudo e diventa commestibile da cotto: richiede pertanto una prebollitura di almeno 15-20 minuti, l’eliminazione dell’acqua, e la successiva cottura definitiva.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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