Per i cinquant’anni dalla sua ordinazione, avvenuta il 29 giugno dell’anno 1968 (nella foto sopra), non aveva chiesto regali, ma offerte da portare nella sua prossima missione. Una promessa più che mantenuta.
Don Giuseppe Nadal, parroco di Pieve di Soligo, Solighetto e Refrontolo, è partito una settimana fa per l’Africa, più precisamente per il Burundi, per una sorta di ritorno “a casa”: proprio nella diocesi di Muyinga infatti, ha svolto la sua attività da missionario per una decina di anni.
Lo scorso 29 giugno, la celebrazione della messa nel duomo di Pieve di Soligo, dopo aver lanciato ai suoi parrocchiani un messaggio ben preciso: “Don Giuseppe non ha bisogno di regali – aveva scritto nel foglietto – Eventuali offerte, raccolte nel giorno della festa, saranno portate da lui stesso in Burundi, il 5 settembre prossimo, nella diocesi di Muyinga dove è stato missionario per una decina di anni”.
Detto fatto: da circa una settimana don Giuseppe si trova in Africa, nella stessa diocesi che proprio lo scorso 8 settembre ha festeggiato i 50 anni dalla sua fondazione, portando con se quanto ricevuto.
Nonostante la distanza geografica, don Giuseppe però ha pensato di aggiornare i suoi parrocchiani, pubblicando una sorta di “diario di bordo” per raccontare il suo viaggio: “Non posso stare lontano senza comunicare con voi – scrive due giorni dopo la sua partenza – Sto molto bene e non mi sento stanco nonostante i 230 chilometri di ieri sulle montagne del nord e le ventiquattr’ore dell’altro ieri tra voli e attese. Ora sto partendo per la festa in diocesi del Giubileo. E’ questo lo scopo principale del mio viaggio”.
“Mi dicono che ci saranno tutti i dieci vescovi del Burundi con il nunzio, tutti i preti della diocesi ed un mare di gente. Ho portato le venti casule per le concelebrazioni. Mi preparo a godermi 3 – 4 ore di cerimonie – continua – Poi anche qui si ama il momento conviviale che durerà fino a sera. Domenica pensatemi nella mia vecchia parrocchia di Kuntega. Lì spero di trovarmi a mio agio e dare buona testimonianza parlando della vostra carità e cogliendo segni della loro fede”.
In un conclusione, la “raccomandazione” per i suoi parrocchiani durante la sua assenza: “Sento che pregate per me perché vedo che le cose vanno bene. Cercate di non dare troppo lavoro a don Domenico e don Pietro“.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: La Pieve).
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