La questione del disboscamento di Premaor per realizzare nel luglio 2019 un vigneto di circa 8mila metri quadrati continua a tenere banco.
Le famiglie residenti nelle case sottostanti hanno perso contro Comune e Regione di fronte al Tar Veneto (qui l’articolo) ma hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato (qui l’articolo); ciò non bastasse, a “gettare altra benzina sul fuoco” ci ha pensato anche don Maurizio Dassiè, parroco di Campea, Miane e Premaor, nel bollettino parrocchiale di domenica 6 giugno.
“Esprimo la mia personale e totale vicinanza e solidarietà alle quattro famiglie di Premaor, che circa due anni fa hanno vissuto il taglio di un bosco alle spalle delle loro abitazioni – scrive don Maurizio -. La “politica” dei forti, che è sempre “politica” dei vili, dice: “Se non vi va bene cambiate casa”. Solidale e vicino a favore della vita, della salute, del creato, senza essere contro nessuno”.
“Forse il bosco era privo di valore ambientale e forestale, forse. – prosegue il parroco – Come certa magistratura (Palamara insegna), certa politica e certa gerarchia cattolica sembra priva di valore etico e del senso del bene comune. Anche se questa è solo la personale opinione di un prete la cui categoria non pare richiesta da nessuno. Sì, sono convinto che “Il silenzio dei giusti porta al potere molti malvagi”.
“Ricordo, poi, a chi e per chi si professa cristiano che la Parola di Dio è considerata sacra – conclude don Maurizio Dassiè -, la prima Parola di Dio è la creazione e chi, da “buon credente”, inquina, sfrutta e distrugge la creazione va contro la Parola di Dio e quindi… Se per questa mia posizione qualcuno non verrà più in chiesa sono contento di avere qualche posto libero in più“.
Posizioni forti non nuove al parroco di Miane, prete da sempre “senza peli sulla lingua” che ha più volte espresso pubblicamente le sue opinioni ambientaliste. Per esempio nel novembre 2019 affermò: “Avete distrutto la natura intera, il mare, le foreste, l’aria. Avete spazzato via la bellezza pur di far soldi e arricchirvi. Siete voi, inquinatori, gli assassini dei vostri figli e nipoti”.
“I cristiani devono capire che non basta pregare e andare a messa la domenica per risolvere un problema ben più grande di noi – continuava don Dassiè – e di cui i trattamenti nei vigneti sono una piccola parte. Ognuno di noi deve fare concretamente qualcosa, cominciando dal riconoscere le proprie responsabilità nell’inquinamento ambientale”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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