Sono trascorsi ben 75 anni dalla nascita della Repubblica italiana, una data che quest’anno, alla luce di quasi un anno e mezzo di pandemia, assume una connotazione particolare: alla luce della campagna vaccinale in corso, infatti, lo sguardo è rivolto verso la fine di questo tempo sospeso, con un pensiero a chi purtroppo, a causa del Covid-19, non ce l’ha fatta.
Un sacrificio accostabile a quello di coloro che hanno perso la vita più di 75 anni fa, per consentire la costruzione di un mondo e di una società migliore.
A Conegliano è stata molto partecipata la cerimonia organizzata in tarda mattinata, di fronte al Monumento dei caduti in piazza IV Novembre: cittadini, Alpini, associazioni combattentistiche, rappresentanti delle Forze dell’Ordine e componenti dell’ex consiglio comunale, erano presenti nel momento in cui il commissario straordinario Antonello Roccoberton ha deposto una corona d’alloro in onore dei caduti.
“Quest’anno è un 2 giugno particolare, dove il pensiero non può non andare all’emergenza sanitaria, che ha portato una guerra diversa e un cambiamento nella condizione socioeconomica del Paese. – è il messaggio pubblico di Roccoberton – Nessuno poteva immaginare quanto disagio poteva portare il virus”.
“Ora che le attività iniziano a riaprire, la speranza è per una nuova normalità e per una rinascita del Paese. – ha proseguito – Questo periodo che sia di riflessione sul valore della libertà”.
Parole che hanno preceduto un momento di silenzio anche per i decessi da Covid, mentre l’alzabandiera è stato fatto più volte per rendere omaggio ai caduti di un tempo e ai caduti di questo periodo, sulle note dell’inno d’Italia, cantato dai bimbi del Piccolo Coro di Conegliano.
Bimbi che hanno presentato anche una canzone di buon auspicio per il ritorno alla normalità dopo il Covid, dove risuonava il ritornello “Ci ritroveremo in questo splendido giardino”.
Alla fine della cerimonia, inoltre, è stata donata una medaglia d’onore alla famiglia di Giovanni Fiorot, deportato in Germania dal settembre del 1943 al settembre del 1945.
Partecipazione di massa anche a Vittorio Veneto, dove la cerimonia organizzata dall’Amministrazione comunale, ha visto la presenza di tutte le associazioni d’Arma raggruppate nella Consulta, del consiglio comunale si è svolta in forma statica con l’alzabandiera, la resa degli onori ai Caduti.
Presenti in piazza oltre a diversi sindaci della zona anche il medagliere del Nastro Azzurro, il labaro nazionale dell’associazione Cavalieri di Vittorio Veneto e Combattenti e reduci.
“Manteniamo anche quest’anno la memoria di quanto avvenne nell’Italia ancora scossa da quel dopoguerra – ha sottolineato il sindaco Antonio Miatto – e per questo siamo ancora in piazza a celebrare la bontà di quell’evento in grado di emancipare il nostro Stato con la migliore possibile delle forme di governo”.
Cerimonie si sono svolte anche a Colle Umberto con la presenza del sindaco del consiglio comunale dei ragazzi, Sarmede e Cordignano.
Sentite le cerimonie anche a Vazzola e Mareno: “Oggi quel tricolore issato ci fa respirare una nuova libertà mentre ci avviciniamo alla chiusura di questo periodo complesso, che ha segnato le nostre vite ma che ha anche rinsaldato i valori primi della nostra Repubblica. E ci ricorda come i fondamenti su cui si basa debbano spingerci sempre verso la realizzazione degli intenti dettati dalla nostra Costituzione” dice il sindaco di Mareno Gianpietro Cattai.
Il sindaco di Sernaglia della Battaglia Mirco Villanova ha consegnato ieri, insieme all’assessore Vanni Frezza, la Costituzione e la bandiera italiana ai bambini e ai ragazzi delle classi quinta della scuola primaria di Sernaglia e Falzè di Piave e terza della scuola secondaria di primo grado.
È stata un’occasione per incontrare gli alunni del comune e per ricordare insieme l’importanza delle regole che consentono a tutti di vivere in comunità rispettandosi reciprocamente, contenute nel testo che rappresenta le fondamenta della nostra società.
Oggi il ricordo del 75.mo: “Ciò che quel voto popolare ci lascia in eredità – ha detto il sindaco- non sono solo immagini in bianco e nero da archiviare in qualche cassetto. Quel referendum ci lascia soprattutto la dimostrazione concreta di come un popolo possa essere artefice del proprio presente e del proprio futuro”.
Il tutto alla presenza dell’arciprete parroco don Mirko Dalla Torre, che ha benedetto i presenti, e di rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, degli emigranti, di protezione civile, Avis e Aido e del Consiglio comunale dei ragazzi.
(Foto: Qdpnews – per gentile concessione dei Comuni).
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