Venerdì 28 maggio sono stati annunciati i libri che compongono la cinquina finalista del Premio Campiello 2021 e tra questi figura “Se l’acqua ride” dello scrittore asolano d’adozione Paolo Malaguti.
“Ho appreso la notizia ascoltando la diretta streaming della selezione dei finalisti in macchina. Quando ho sentito che il mio romanzo aveva ricevuto sette voti (il numero da raggiungere per entrare nella cinquina, ndr) la prima reazione è stata di gioia e di incredulità, oltre che di profonda gratitudine nei confronti di Einaudi, che ha presentato il mio romanzo alla giuria”, racconta il finalista.
“Se l’acqua ride” è un romanzo di formazione ambientato tra il 1965 e il 1967, in cui la crescita e lo sviluppo economico sociale dell’Italia si affiancano alla crescita del protagonista Ganbeto.
È un adolescente di Pellestrina che alla fine della scuola media si affaccia al mondo lavorativo, in un’epoca di forte cambiamento. Il romanzo descrive l’antico mestiere del barcaro, che Ganbeto apprende dal nonno.
“Quella del barcaro è una figura affascinante – sostiene Malaguti – era un lavoratore autonomo, indipendente, con una personalità forte e talvolta questa sua libertà gli ha guadagnato la fama del malandrino”.
Lo sviluppo tecnologico degli anni Sessanta, però, non lascia spazio a questo mestiere tradizionale, perciò Ganbeto si trova in conflitto con il nonno, che non capisce il cambiamento che sta avvenendo.
La distanza tra i due mondi è rappresentata anche dal punto di vista linguistico: il dialetto è la lingua delle tradizioni, l’italiano quella del progresso.
“Il romanzo è nato grazie a delle letture. In occasione di alcune presentazioni, mi sono stati regalati dei libri che parlavano della professione dei barcari, da punti di vista diversi ma collegati fra loro – spiega lo scrittore – L’idea narrativa è scaturita grazie al successivo approfondimento della scrittura di Meneghello, che ha affrontato il lato oscuro del progresso iniziato negli anni Sessanta. Il sopravvento della cultura industriale e del consumo ha infatti portato alla perdita di molte tradizioni, come appunto quella dei barcari”.
“La storia di questo mestiere ha degli aspetti che si prestano bene a un romanzo: la dimensione popolare, la possibilità di sperimentazione linguistica, il collegamento con il territorio”.
I barcari erano coloro che si occupavano del commercio fluviale che per secoli ha regolato gli scambi nella pianura Padana, prima dell’avvento di camion e autostrade.
Prosegue Malaguti: “La storia di Ganbeto, che cresce, si innamora e si scontra con una realtà in cambiamento offre spunti di riflessione che sono attuali anche oggi. Negli anni Sessanta il mondo accelerava dalla dimensione agricola e artigianale a quella industriale, oggi il mondo sta passando dalla dimensione industriale a quella digitale. Ancora, le nostre vite hanno subito un rallentamento a causa della pandemia e il graduale ritorno alla normalità è una sfida simile a quella di Ganbeto, perché ci dobbiamo abituare a una realtà che accelera e cambia rapidamente”.
La proclamazione del vincitore del Campiello avverrà alla fine dell’estate, preceduta da un tour di presentazione dei libri.
“I romanzi, una volta pubblicati, prendono la loro strada e grazie al Campiello “Se l’acqua ride” incontrerà molti lettori. Ma la felicità per uno scrittore sta nella scrittura, ammetto che sono già concentrato sul prossimo libro. Lo dico per la prima volta: sarà ambientato nella Pedemontana del Grappa” conclude Malaguti.
(Foto: facebook).
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