Faranno un ultimo tentativo per cercare di dissuadere la maggioranza dalla vendita di Villa Papadopoli e lanciano l’allarme: per Rinascita Civica Partecipare Vittorio, se passerà la delibera di giovedì in consiglio comunale sfumerà un’altra possibilità per il recupero del complesso Papadopoli.
Si fa riferimento Bando del Ministero dell’Interno per la rigenerazione urbana che assegnerebbe contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Validi per tutti gli anni fino al 2034 per i comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti.
L’opportunità era di chiedere contributi statali per l’importo di 5 milioni di euro che l’Ammistrazione ha scelto di destinare nella Val Lapisina (1,5 milioni) e nella caserma Gotti (3,5 milioni).
“Ceneda rimane a becco asciutto – dicono i consiglieri Alessandro De Bastiani e Mirella Balliana – . Eppure i vittoriesi da oltre un decennio chiedono interventi per porre fine al degrado di villa Papadopoli. Anche la biblioteca, che da anni aspetta una radicale sistemazione, potrebbe rientrare nella logica dei finanziamenti. Così il “patrimonio dei cenedesi” potrebbe trovare un’adeguata soluzione senza sottrarre il bene alla comunità. In consiglio comunale porteremo le nostre proposte facendo un estremo tentativo per far confluire quei finanziamenti alla Biblioteca, al parco e alla Rotonda del Papadopoli”.
Una richiesta che già non troverà quasi certamente accoglimento: il sindaco Antonio Miatto sicuramente lo spiegherà in consiglio comunale, ma anticipa che già quello che deve essere….è deciso.
“Hanno avuto 5 anni di tempo per pensare cosa fare di villa e parco Papadopoli, e l’unica cosa è stata quella di toglierli dagli immobili dismissibili – spiega -. Sarà un estremo tentativo inutile, anche se mettessimo tutti i 5 milioni resterebbe una cosa monca. Non bastano, se si pensa che solo per sistemare palazzo Piazzoni, le cui condizioni sono decisamente migliori ci vorranno 2.7 milioni di euro”.
“Non siamo superficiali: se fossero anche 50 milioni poi si pensi che il bene bisogna mantenerlo, e siamo a Vittorio Veneto non a Roma o Milano. – conclude – Se devo dirla tutta qui come sempre si considera il consiglio comunale come un teatro, da sempre, in cui recitare una parte. Ormai è deciso, non si cambia”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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