Nella Marca casi Covid in 79 classi, focolaio in due scuole superiori del trevigiano. L’Ulss2: “Poca attenzione in ambito extrascolastico”

Torna sotto la lente di ingrandimento la situazione dei contagi negli istituti scolastici della provincia di Treviso: sono in tutto 79 le classi che contano al loro interno casi di Covid-19 e, di conseguenza, risultano sottoposte a quarantene oppure ad automonitoraggio.

Nel distretto di Treviso ammontano a 25 le classi in quarantena e 17 in automonitoraggio, numeri che nel pievigino scendono rispettivamente a 6 e a 12, a 6 e a 13 nell’asolano.

A Treviso, invece, le autorità sanitarie hanno registrato un focolaio all’Itis “Enrico Fermi”, dove sono 7 le classi con positivi: una di esse conta 7 studenti contagiati, un’altra 4, mentre nelle restanti il dato scende a un positivo.


Focolaio che riguarda anche un altro istituto superiore nel trevigiano con 6 classi coinvolte, di cui 3 con due positivi e le rimanenti con uno studente contagiato.

Secondo quando riferito dall’Ulss2, si tratta di cluster legati a comportamenti scorretti tenuti in ambito extrascolastico, non rispettosi delle ormai comuni norme di sicurezza e prevenzione, come ad esempio l’utilizzo della mascherina e il distanziamento.

Sul fatto si è espresso anche il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Zanoni, il quale ha sottolineato come “la battaglia contro il virus non sia ancora vinta”.

“Solo il 15,2 percento dei veneti ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino, mentre il 33,9 percento è fermo a una. – afferma Zanoni – È pericoloso far passare messaggi da ‘liberi tutti’, attaccando il Governo per pura speculazione politica, come continuano a fare, irresponsabilmente, gli esponenti di Fratelli d’Italia. Il caso del maxi focolaio al Fermi di Treviso è emblematico”. 

“È solo un esempio, ma significativo. – aggiunge – Serve prudenza, siamo sempre a rischio: sarebbe folle distruggere, adesso, quanto di buono è stato fatto finora, con tanti sacrifici. I dati da ‘zona bianca’, a partire dai contagi ogni 100mila abitanti, non significano che si può fare tutto“.
 
“Bene andare avanti con aperture progressive, alcuni paletti evidentemente servono ancora. – conclude – E mi appello non solo alla politica: serve responsabilità individuale, i comportamenti dei singoli incidono molto, indipendentemente dai divieti”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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