Prime sentenze per la morte di Adriana Bortolotti, la pensionata 95enne originaria di Bergamo, che l’11 aprile 2018 cadde dalle scale della casa di riposo Guizzo-Marseille di Selva del Montello.
Il gup Gianluigi Zulian ieri ha condannato con rito abbreviato a una pena di 4 mesi, con sospensione condizionale, Barbara Militello 58enne direttrice della struttura e Marta Lotto, 46enne coordinatrice responsabile.
Le due erano accusate di omicidio colposo per “colpa specifica”. Sono invece state rinviate a giudizio due operatrici sociosanitarie della struttura, Lisa Sollemi 49 anni e Viviana Micalizzi 43 anni che difese dagli avvocati Alessandra Nava e Nadia Forlin sono accusate in concorso di omicidio colposo per “colpa generica”.
L’incidente si era consumato nella struttura di prima mattina quando l’anziana, dopo essere stata preparata per scendere a fare colazione, era stata sistemata dalle Oss che dovevano occuparsi dell’igiene di altri ospiti, nel corridoio del primo piano in prossimità del vano scale.
Adriana Bortolotti era seduta su una sedia a spinta assistita, opportunamente assicurata dalle cinghie di sicurezza. Ma nel tempo in cui era rimasta sola si era consumata la tragedia.
La 95enne, infatti, si sarebbe sporta fino a raggiungere il corrimano lungo la parete, sul quale si sarebbe aggrappata per raggiungere le scale finendo col cadere con la sedia che, contesta la procura: “Era priva di sistemi di frenata alla ruote”.
Una caduta di almeno sette gradini nella quale aveva riportato lesioni gravissime che, 24 ore dopo, l’avrebbero portata alla morte. I famigliari avevano sporto denuncia e sotto inchiesta erano finite le due operatrici e le dirigenti.
Le prime accusate di non aver: “valutato adeguatamente i rischi di caduta per la presenza della scala, non adottando misure e modelli organizzativi di movimentazione e sorveglianza in sicurezza degli ospiti”.
Alle operatrici invece, la procura contesta di aver: “Per imperizia e imprudenza, omesso di sorvegliare la Bortolotti, nonostante le sue precedenti e frequenti cadute, consentendo così che si trascinasse fino alle scale dove è caduta”.
Ma Sollemi e Micalizzi hanno deciso di difendersi a processo sostenendo di aver seguito le procedure disposte dalla struttura.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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