Treviso, ieri in Piazza Borsa la manifestazione a sostegno del popolo palestinese. Hammouch: “Non possiamo stare in silenzio”

Anche dall’Alta Marca Trevigiana c’è chi ha partecipato alla manifestazione a sostegno del popolo palestinese che si è svolta ieri, lunedì 17 maggio, in Piazza Borsa a Treviso.

L’iniziativa è stata organizzata dalla Rete degli Studenti Medi di Treviso al fianco di molte associazioni del territorio, come Anpi Treviso, Coalizione Civica, Cgil Treviso e Giovani Musulmani d’Italia, per chiedere che si fermino le violenze nei confronti del popolo palestinese.

Non si può stare in silenzio davanti alle immagini, che fanno tristezza e molta rabbia, che ci arrivano – ha affermato il pievigino Mohammed Hammouch, responsabile dei giovani dell’Unione Marocchini all’estero in Italia (Umei) – Durante il Ramadan, nel luogo simbolo per tutti i musulmani, migliaia di fedeli riuniti in preghiera sono stati attaccati in maniera incomprensibile, violando ancora una volta la libertà di questo popolo già duramente colpito”.

“Questo è inaccettabile – ha aggiunto Hammouch, che ha partecipato insieme ad altri giovani musulmani trevigiani alla manifestazione di ieri e anche a quella di qualche giorno fa a Padova – Preghiamo per i nostri fratelli e sorelle palestinesi affinché possano trovare la pace nella loro terra”.

Oltre a Padova e Treviso, anche in altre città italiane sono state organizzate delle manifestazioni per esprimere solidarietà al popolo palestinese e per chiedere la cessazione di tutti i conflitti.

Intanto, a Gerusalemme non si fermano gli scontri tra squadre di estremisti ebrei e gruppi di arabi e continua l’escalation del conflitto a Gaza tra Hamas e l’esercito di Israele.

La situazione nella città simbolo per le tre grandi religioni monoteiste è molto grave e, oltre al conflitto a Gaza con Hamas, preoccupano le violenze urbane e la guerriglia che si sta diffondendo in diverse città israeliane.

Purtroppo, dopo anni di convivenza tra ebrei e musulmani israeliani, ora l’intolleranza e la violenza stanno prendendo il sopravvento e l’opinione pubblica internazionale è scioccata per le notizie delle vittime civili, anche tanti bambini, di un conflitto che si aggrava ora dopo ora.

(Foto: Facebook).
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