Nulla da fare per l’asta relativa all’ex area Zanussi a Conegliano: ancora una volta è andata deserta, mantenendo aperto un dibattito su quella che è, a tutti gli effetti, una delle questioni centrali riguardanti la città.
Un esito che non ha sorpreso, ad esempio, la coalizione “Noi per Conegliano”, come la stessa ha affermato e che ha riferito di aver preso in esame la documentazione dell’asta, nell’ambito del tavolo di lavoro Urbanistica e sviluppo sostenibile.
“In mancanza di indirizzi chiari, da parte dell’amministrazione e della società, – ha precisato il gruppo – che sappiano cogliere le grandi potenzialità del coneglianese, è infatti impossibile per chiunque, soprattutto per un privato, progettare un investimento economico di tale portata“.
Il gruppo ha riferito come, secondo una perizia del 2019 depositata tra i documenti dell’asta, mancherebbe “una previsione urbanistica più precisa per l’area”, cosa che renderebbe complicata una sua “stima certa del valore di mercato”.
Nonostante ciò, Noi per Conegliano ha affermato come ci siano dei “buoni elementi per elaborare un progetto”, già proposti da alcune tesi di laurea oppure da un lavoro dell’Università di Bologna sull’agricoltura urbana e valutabili alla luce di una partecipazione da parte della cittadinanza e dei portatori di interesse.
Un esempio a cui Carlo Dal Vera fa riferimento è il modello della Cité du Vin, con l’opportunità per i “centri di ricerca legati ad altri ambiti agricoli e ambientali, oltre a quelli del mondo del vino,” di insediarsi lì.
Progetti che, secondo Amedeo Fadini, non dovranno tralasciare anche la componente ambientale, destinando un terzo dell’area a parco e alla sperimentazione dell’utilizzo di piante per disinquinare il terreno, una soluzione che potenzialmente “potrebbe ridurre i costi della bonifica, che sono l’incognita più grossa”.
“A seconda della destinazione d’uso prevista, potrebbe essere rivisto il progetto di bonifica attuale che prevede l’intera rimozione del suolo contaminato“, aggiunge Fadini, citando la necessità di dedicare degli spazi a ricerca e innovazione, per creare nuove opportunità di lavoro, e un’altra parte alla residenza innovativa, in grado di “richiamare famiglie giovani e dare risposte alle nuove esigenze”.
Secondo Italo Rebuli, invece, l’idea tanto citata di un grande parcheggio necessiterebbe delle “giuste dimensioni all’interno di una riprogrammazione, qualificazione e valorizzazione della mobilità”, in quanto l’ipotesi di quasi mille posti auto andrebbe a ridurre “la superficie da destinare a parco”: a suo dire, ciò renderebbe complesso “l’afflusso e il deflusso in occasione di eventi che rendono esaurito il parcheggio” e per tal motivo Rebuli cita l’ipotesi di “una soluzione multipiano“.
“Sarebbe bello che il Comune avesse le risorse per procedere all’acquisto dell’area – afferma il gruppo Urbanistica di Noi per Conegliano – In ogni caso, è importante che la nuova amministrazione si assuma la responsabilità di dare indirizzi precisi, individuando le aree da destinare a uso pubblico e le destinazioni per le aree di proprietà comunale”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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