Cordignano, “il parco dei carbonai rimanga museo a memoria di un mestiere scomparso”

Il museo a cielo aperto dei carbonari a Lamar, nei boschi sopra Villa di Villa, a 850 metri di altitudine è da salvare e promuovere come nei suoi anni migliori. E’ l’appello di Gianmario Nicoletti, 86 anni, scrittore e già animatore culturale a Cappella Maggiore.

Pur essendo calabrese, ex sarto nelle caserme vittoriesi e promotore culturale, per lui riscoprire quasi per caso negli anni Ottanta l’antico mestiere ormai scomparso dei carbonai del Cansiglio è stata una folgorazione. Ed è stato anche il primo autore, nel 1983, di libro fotografico sull’antico mestiere dei carbonai.

Lo ha scritto, ricorda ancora, vivendo di persona l’esperienza: un mese nei boschi del Cansiglio, dormendo all’addiaccio, lavorando dall’alba al tramonto e documentando con centinaia di foto. E ora lo urla a tutto il mondo: “Quella volta abbiamo lasciato un campo di lavoro come una volta – dice – Un museo. Si sono prestati a rivivere l’esperienza vecchi carbonai di Villa, ormai ottantenni, come il Gino Furbo. Non lasciamo che il museo del parco dei carbonai, muoia e che si disperda una ricchezza storica della zona, millenaria”.

Il suo libro fu presentato al teatro comunale di Cordignano da Ulderico Bernardi, e alcune foto furono pure pubblicate dalla regione per una rivista internazionale, con commenti a più lingue: “In quel modo il parco dei Carbonari di Lamar – dice Nicoletti – con tanto di cason, pojat (il rogo che ardeva una settimana di seguito per produrre carbone), attrezzature, i ‘laip’, fu conosciuto ovunque nel mondo: era stato lasciato tutto come 50 anni fa. Sono arrivati anche da Roma per visitarlo. Ma ora chi arriva non trova più le stesse cose. Rimane solo una piccola poiat”.

Il posto è in cura alla Pro Belvedere che lo gestisce con un punto ristoro. C’è un progetto in atto di ristrutturazione da 200 mila euro della Regione che vuole valorizzare il posto, rimodernando con servizi a norma la struttura. “Ma dobbiamo salvare quel vecchio mestiere – afferma Nicoletti – e lo rivendico non per me, che sono vecchio, ma per la comunità che non deve perdere una ricchezza del genere. Bisogna difendere la memoria di gente come Gino Furbo e i suoi colleghi che a 80 anni sono tornati su a far rivivere i ‘poiat’ per il carbone”.

Con il recupero si sta cercando tuttavia di rendere funzionale il Parco in ogni stagione e non solo nel periodo estivo, quando si fa la festa annuale dei Carbonai.

(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: web).
#Qdpnews.it

Total
1
Shares
Related Posts