Ogni anno, il 28 aprile si celebra il Save the Frogs Day, una giornata internazionale dedicata alla tutela degli anfibi, con particolare attenzione alle rane, tra i vertebrati più minacciati del pianeta. È un’occasione per riflettere sullo stato della biodiversità e per ricordare che la crisi ecologica non è un problema distante, riservato agli addetti ai lavori, ma una minaccia concreta per la nostra salute e il nostro futuro. Proviamo a fare un semplice ripasso.
Il legame tra la crisi climatica e la biodiversità
Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha acquisito una nuova evidenza nella nostra esperienza quotidiana. Estati sempre più torride, eventi meteorologici estremi, siccità prolungate o piogge torrenziali: tutto ciò ci riguarda da vicino, ci colpisce nel corpo e nella psiche. Iniziamo, finalmente, a percepire il clima come qualcosa che non cambia solo “là fuori”, ma che modella le nostre vite.
Tuttavia, nonostante questa crescente consapevolezza, facciamo ancora fatica a riconoscere un’altra crisi ecologica, altrettanto grave e intrecciata a doppio filo con il cambiamento climatico: la perdita di biodiversità.
Rane in declino: un campanello d’allarme
Gli anfibi sono tra i primi a risentire degli squilibri ambientali. Più di un terzo delle specie conosciute è minacciato di estinzione. Le cause sono molteplici: la distruzione degli habitat naturali, l’inquinamento delle acque, le malattie emergenti come la chitridiomicosi, e ovviamente il cambiamento climatico.
La scomparsa delle rane non è solo una triste perdita per gli amanti della natura. Gli anfibi svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi: regolano le popolazioni di insetti (inclusi i vettori di malattie), sono cibo per numerosi predatori e fungono da bioindicatori, ovvero da spie sensibili della qualità dell’ambiente.
In altre parole, quando le rane iniziano a scomparire, significa che qualcosa di profondo si sta incrinando negli equilibri naturali. E quando gli ecosistemi si indeboliscono, le conseguenze ricadono anche su di noi: nell’acqua che beviamo, nel cibo che mangiamo, nell’aria che respiriamo.
Biodiversità e salute umana: un intreccio indissolubile
La pandemia di COVID-19 ci ha mostrato quanto stretto sia il legame tra salute umana e salute degli ecosistemi. Distruggere gli habitat naturali aumenta il rischio di zoonosi, ovvero il passaggio di virus e batteri dagli animali all’uomo. Ogni specie che scompare rompe una maglia della rete ecologica, rendendola più fragile e instabile.
Proteggere le rane, quindi, non è solo un gesto simbolico o un atto di amore verso la natura. È un investimento concreto per la nostra sicurezza, la nostra salute e la nostra resilienza come società.
Cosa possiamo fare
Il Save the Frogs Day è un invito all’azione, anche a piccoli passi. Possiamo sostenere progetti di conservazione, partecipare a iniziative di citizen science, educare non solo bambini e ragazzi al rispetto per la biodiversità, ma gli adulti nel chiedere politiche ambientali più coraggiose.
Ma soprattutto, possiamo iniziare a cambiare il nostro sguardo: comprendere che ogni specie conta, che la perdita di biodiversità non è un danno “collaterale”, ma un’emergenza centrale, che riguarda tutti noi.
Perché salvare le rane — oggi — significa salvare noi stessi — domani.
(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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