Omicidio Vaj: dopo il sopralluogo dell’investigatore privato rinvenuto nuovo materiale probatorio

Sette proiettili, alcuni hard disk e una tenda sporca di sangue. Questo quello che l’investigatore privato Ezio Denti e gli avvocati Marina Manfredi e Stefania Giribaldi, hanno trovato nel loro sopralluogo nella casa di via Cal dei Romani, l’abitazione dove, la notte del 18 luglio 2019, è stato ucciso Paolo Vaj.

In carcere, con l’accusa di omicidio volontario aggravato e premeditato ci sono la compagna del 57enne, Patrizia Armellin e l’amica Angelica Cormaci.

La difesa, assistita dal consulente, noto per aver fatto parte del pool difensivo di Massimo Bossetti, il carpentiere bergamasco accusato di essere l’assassino di Yara Gambirasio, è tornata nella casa a pochi giorni dal processo che si aprirà il 14 aprile davanti ai giudici della corte d’assise del tribunale di Treviso.

Si è trattato di un sopralluogo per ricostruire la dinamica dell’omicidio e valutare sul campo le prove che gli inquirenti hanno raccolto a carico delle due imputate.

Nel corso dell’ispezione sono stati rinvenuti 7 proiettili di pistola, di vario calibro, che erano all’interno del comodino della vittima, nella stanza da letto.

I legali hanno subito chiamato i carabinieri che hanno provveduto a repertarli. Nell’abitazione, durante i rilievi dei Ris di Parma ne erano stati trovati altri, insieme ad alcuni coltelli che erano stati trovati in camera da letto.

Trovati anche due hard disk esterni. I legali hanno rinvenuto nella stanza dove è stato compiuto il delitto un telo, una sorta di tenda, macchiato di sangue che non risulterebbe repertato e fotografato nei precedenti sopralluoghi.

Elementi che saranno valutati dalla difesa e che potrebbero essere usati in aula, quando il pool di superconsulenti, dei quali fa parte anche lo psichiatra Alessandro Meluzzi, proveranno a smontare il castello accusatorio del pubblico ministero Davide Romanelli.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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