Un abbraccio lungo, caloroso e colmo di affetto e riconoscenza ha accompagnato il vescovo monsignor Corrado Pizziolo nel suo congedo dalla diocesi di Vittorio Veneto. Ieri pomeriggio domenica la Cattedrale di Ceneda era gremita per la celebrazione di conclusione del mandato di Pizziolo, che a dicembre ha compiuto 75 anni e ha presentato al Papa le dimissioni per raggiunti limiti di età.
Fino al 30 gennaio Pizziolo rimane in diocesi come amministratore apostolico, e il giorno successivo partirà per il Brasile, dove continuerà a svolgere il suo ministero come missionario.
I fedeli da ogni parte della diocesi hanno voluto testimoniare con la presenza numerosa i sentimenti di gratitudine profonda al pastore che ha guidato la Chiesa tra Piave e Livenza per ben 17 anni, essendosi insediato nel gennaio 2008, e con il saluto cordiale alla fine della messa e quindi negli spazi del Seminario.
Erano presenti anche il cardinale Beniamino Stella, originario di Pieve di Soligo, molto vicino a Pizziolo in questa fase, il vescovo emerito di Livramento – diocesi brasiliana dove Pizziolo opererà – Armando Bucciol, di Motta di Livenza, e l’arcivescovo Fabio Dal Cin, di Sarmede e ora prelato di Loreto e delegato pontificio per il santuario della Santa Casa.
Il grazie di sacerdoti e laici: “Abbiamo lavorato insieme nella corresponsabilità”
Un episcopato intenso come successore di San Tiziano, scandito da alcune importanti tappe ricordate dal vicario generale monsignor Martino Zagonel: “La riflessione sul battesimo, il convegno ecclesiale “Abita la terra e vivi con fede”, gli anni della visita pastorale nelle parrocchie, le encicliche papali, il periodo del covid, e infine il Sinodo con le altre Chiese italiane”.
“Lungo tutto questo percorso – ha detto Zagonel – ha prestato attenzione alle persone, alle varie categorie e alla realtà ecclesiale”, avendo cura di ogni dimensione della diocesi, “a partire dal rapporto con i collaboratori, i sacerdoti e la pastorale vocazionale, sempre in uno stile semplice e fraterno”.
“Ha vissuto anche la fatica degli avvicendamenti, con il cambio epocale del servizio di ogni sacerdote in più di una parrocchie, ammirando la disponibilità e l’obbedienza dei preti vittoriesi”. Zagonel ha ricordato “l’attenzione di Pizziolo ai preti anziani e ammalati e anche ai confratelli morti – 140 in questi 17 anni – cui ha dedicato la sua ultima recente pubblicazione”.
“Ce l’ha messa tutta – ha concluso Zagonel, rivolgendosi sempre a Pizziolo – Grazie per come si è dato a noi, con tutto se stesso, per la generosità, con poca vacanza e scarse ore di riposo, per la sua responsabilità di vescovo, riservando a sé gli interventi talvolta difficili e dolorosi. Grazie per aver lavorato insieme e per averci insegnato l’abitudine a chiedere collaborazione reciproca, per la sua presenza costante agli organismi di partecipazione, e per l’ascolto di ciascuno. Grazie, infine, per la leggerezza e per la sua gioia: nonostante le preoccupazioni ha lasciato trasparire la gioia di vivere, anche offrendo con spontaneità e libertà qualche racconto di sé”.
Emiliano Zuccolotto, segretario del Consiglio pastorale diocesano, ha messo in luce l’importanza della “corresponsabilità della missione” tra sacerdoti e laici emersa in questi anni: “Come laici, ci siamo sentiti chiamati e ascoltati, curati e accompagnati, accolti e coinvolti, stimati e inviati in un percorso che ci ha chiesto di verificare il nostro essere, nel quotidiano e nelle comunità, volto di una Chiesa accogliente”.
“Ora portiamo con noi lo stile di fraternità condivisa con la sua presenza che valorizzava tutti e tutto. Siamo ancora in cammino, continuiamo e continueremo da pellegrini di speranza a raccontare la gioia di sentire Cristo. Grazie per averci dato lo sprone a diventare testimoni credibili nel quotidiano della nostra vita”.
“Grazie per la strada compiuta, il tempo donato, l’entusiasmo, la cura a comunità e famiglie, la dedicazione e la dedizione alla Chiesa. Grazie per l’esempio di fraternità e paternità cercato e vissuto con sacerdoti” ha concluso Zuccolotto, affidando l’ultimo pensiero ai giovani della diocesi che Pizziolo ha anche accompagnato alla Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona: “Buon viaggio, monsignor Pizziolo: di solito lasciamo andare i nostri figli, oggi invece parte chi è stato padre della nostra Chiesa”.
Pizziolo: “Ho colto la ricchezza della vita evangelica”
Durante l’omelia Pizziolo aveva tracciato un bilancio del suo ministero vittoriese, nel segno dell’espressione a lui cara “Abita la terra e vivi con fede”: “Vivere con fede nella terra in cui il Signore mi ha mandato – ha osservato – mi ha permesso di appassionarmi alla diocesi, ai preti e alla gente, senza idealismi e mistificazioni, ma con realismo evangelico”.
“In questo senso – ha detto – posso dire di essere stato in grado di cogliere la ricchezza della vita evangelica di questa diocesi. Ho trovato tanti bravi collaboratori negli uffici, nei consigli, e tanti laici. Credo di poter affermare senza bugie, di non aver mai trovato gente che remasse contro”.
“L’eredità più bella che porterò nel cuore – ha proseguito – sarà lo sforzo di camminare insieme, provando a riconoscere e valorizzare i doni presenti nelle persone che lavorano per la costruzione della nostra Chiesa”.
“Inevitabilmente il discernimento del vescovo non è sempre lo stesso delle altre persone – ha concluso -. Delle volte ci sono state delle difficoltà, e chiedo scusa se, in questo, ho involontariamente ferito qualcuno. Se alcune cose sono rimaste da completare, ho la sicura speranza che il cammino della diocesi di Vittorio Veneto continuerà per il meglio. È l’augurio che rivolgo a tutti voi, e in modo particolare a chi sarà il successore di san Tiziano. Grazie per il sostegno e l’affetto che ho potuto sperimentare in questi anni”.
Infine, al vescovo Corrado, prossimo a partire per il Brasile, sono stati consegnati in dono un calice e una patena, simboli della celebrazione eucaristica.
(Autrice: Beatrice Zabotti)
(Foto: Qdpnews.it)
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