Proprio in questa giornata della Festa dell’Epifania, la tradizione cristiana ricorda l’impresa dei tre Re Magi che videro la famosa Stella Cometa e si misero in cammino per raggiungere il Salvatore, per conoscerlo e per adorarlo portando in dono oro, incenso e mirra, manifestando così al mondo la sua venuta. Una stella, dunque, fu per loro ispiratrice e guida, riferimento alto di questo desiderio di novità che li fece lasciare le loro terre, li mise in moto e li fece diventare protagonisti della grande storia della salvezza. E allora partiamo proprio dalla parola e cerchiamo di ricostruirne l’origine, perché questo ci aiuta a comprendere il senso stesso delle scelte della nostra vita.
”Desiderio” deriva dal latino “desiderium”, vocabolo composto dalla preposizione “de” e dalla parola “sidus, sideris”. Mentre il valore di “de” è molteplice — e per questo le interpretazioni etimologiche possono essere più di una -, il significato di “sidus” è uno solo: stella. “Il desiderio, dunque, ha a che fare con le stelle e questo già ci pare bellissimo – hanno scritto Beatrice Gatteschi e Roberto Maier sul sito web del Centro di cultura per ragazzi “La Piccioletta Barca” – : per desiderare, bisogna guardare in alto, una delle specificità dell’homo erectus, una delle caratteristiche che rende l’essere umano diverso dagli animali”. Veniamo al “de” che, per prima cosa, indica un moto da luogo, una provenienza: il desiderio, dunque, proviene, deriva dalle stelle. In che senso? Possiamo immaginare l’uomo primitivo nel momento in cui ha rivolto per la prima volta lo sguardo al cielo e ha scorto un’infinità di piccoli punti luminosi, sconosciuti, molto lontani. Immaginiamolo ancora nel momento in cui ha voluto dare un nome a quel forte sentimento sconosciuto che occupava il suo cuore: un sentimento intenso che lo spingeva a cercare, oltre se stesso, qualcosa che fosse all’altezza della sua libertà. Nulla ha trovato se non qualcosa di lontano e irraggiungibile, come le stelle! Ecco qui il nome giusto: de-sideribus.
Ma quel piccolo “de” può anche significare una relazione, un argomento: desiderio, dunque, come un sentire che ha a che fare, che, di nuovo, riguarda, che parla di qualcosa di misterioso e brillante, come le stelle. O, ancora, il “de” come elemento destrutturante che ribalta, interrompe, cambia uno stato: desiderio, allora, come spinta, pulsione che destabilizza, rovescia, scombina l’ordine, la perfezione delle costellazioni, per creare un nuovo ordine. Pensiamo al desiderio di giustizia che, nei secoli, ha innescato le rivoluzioni e ha cambiato la condizione delle minoranze. Ecco spiegato pertanto come desiderio sia una parola ricca e ambivalente, che si motiva ulteriormente se guardiamo ai significati del suo contrario: la noia, l’accidia, l’apatia, infatti, vogliono rappresentare il fatto che niente interessa, niente smuove, niente tocca la mente e il cuore in maniera tanto forte da metterli in moto. Non a caso, gli antichi definivano l’accidia, uno dei sette vizi capitali, “demone del mezzogiorno”: a mezzogiorno, infatti, il sole è a picco, non ci sono ombre, la luce intensa invade lo spazio con la sua forza e la sua evidenza, il caldo pesa addosso al mondo, togliendo le energie e la voglia di fare.
Il mezzogiorno è, in questo senso, l’opposto delle stelle. Allo stesso modo, l’apatia è assenza di pathos, di un qualsiasi sentimento, buono o cattivo che sia, capace di animare, di smuovere, di proiettare e di far alzare lo sguardo, esattamente il contrario del dinamismo e dell’attività che le stelle riescono a generare. Tutto questo ci aiuta a comprendere come anche in questi primi giorni dell’Anno Nuovo 2025, caratterizzati da auspici e auguri di bene, salute e serenità per il tempo che verrà, sia fondamentale andare alle radici di questa esperienza di mente e di cuore, mettendo in azione i desideri migliori, più alti, più significativi per la vita delle persone e delle comunità.
Stiamo vivendo infatti una stagione così delicata e difficile per i destini universali che non possiamo permetterci aspirazioni al ribasso, passioni spente, impegni distratti, costruzioni di breve respiro. Il tempo attuale esige infatti percorsi soggettivi motivati e convinti, alimentati a fonti spirituali e morali solide e coerenti, capaci di mettere in moto percorsi di autentico cambiamento sul piano individuale e sociale. Serve davvero riguardare in alto, abbandonando istinti mediocri e pulsioni scadenti, per fare tesoro di quello che ci indicano e ci chiamano a fare i “desideri” autentici, che proprio con le stelle e le aspirazioni di vita migliori hanno a che fare. Sono corpo e sostanza di quelle stelle luminose apparse ovunque durante le festività natalizie, a conferire bellezza, a dare calore, a suscitare stupore, a generare speranza dentro i paesaggi e i presepi del Dio-fatto-uomo.
Ecco, abbiamo bisogno di uomini e donne capaci di desiderare seriamente il bene ogni giorno, e di non cedere alle tentazioni e alle lusinghe delle divisioni e dell’odio. Persone capaci di sentimenti, serie e affidabili: esse diventano le vere “star” (stelle, appunto, in inglese) di una umanità nuova e diversa, che cambia finalmente passo e strategie e decide di unire terra e cielo lavorando per un presente e un futuro favorevole per tutti.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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