È spirato ieri venerdì, nella stessa casa dove nacque, Pietro Vanzin, 82enne di Sarmede, soccorritore della tragedia del Vajont del 1963.
Classe 1942, Vanzin, vissuto a lungo a Vittorio Veneto con la famiglia, è deceduto dopo lunga malattia, durante la quale è sempre stato assistito dalle amorevoli cure della figlia Laura.
“Mio padre è stato un instancabile lavoratore – racconta la figlia Laura – come operaio e autista per varie società del Vittoriese, e un grande amante della natura e dei boschi, della musica e del viaggio”.
A 21 anni l’esperienza dolorosa che Vanzin portò con sé, come una cicatrice, per tutta la vita: nell’ottobre del 1963, giovane Alpino in servizio a Tai di Cadore, fu chiamato tra i soccorritori della tragedia del Vajont.
“Lo segnò profondamente – prosegue – Un dramma che ha conservato nel silenzio per molto tempo, ma che ha sempre voluto ricordare tornando ogni 9 ottobre a Longarone, perché si sentiva parte di una comunità che aveva aiutato nel tempo di una straordinaria emergenza, con emozione, orgoglio e dolore. Fino a quando la salute glielo permise, vi si recava autonomamente, e poi lo abbiamo accompagnato noi familiari”.
Vanzin partecipò con la figlia anche alla cerimonia del 9 ottobre 2023, in occasione del 60esimo anniversario, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dalla Repubblica Italiana Vanzin è stato insignito del riconoscimento per l’opera svolta.
“Per tutti questi anni ha portato dentro di sé l’infinita sofferenza di quello che vide in quei momenti, forse senza mai elaborarli del tutto – aggiunge la figlia –. Poi ha cominciato a raccontare di quella notte di buio e fango, di tragedia e rovina infinita: nella sua narrazione, si intrecciava la memoria di corpi straziati, di un paesaggio deforme e di angoscia, insieme a quell’immagine della rotaia del treno attorcigliata dalla violenza delle acque”.
Un dolore intraducibile e inesprimibile di questa sua opera in quelle giornate terribili, crudeli per i morti provocati, i lutti, le distruzioni, e le ferite rimaste cicatrici indelebili nei cuori di tutti.
Anche il sindaco di Sarmede, Larry Pizzol, ha espresso “il proprio cordoglio per la morte di Pietro Vanzin a nome di tutta l’Amministrazione comunale, e la vicinanza ai familiari in questo momento di dolore”.
Pietro Vanzin lascia nel dolore la moglie Maria Pia, le figlie Marina e Laura con Christian, i nipoti Marco e Lisa con Mirko, il pronipote Michael, uniti ai parenti tutti.
I funerali saranno celebrati mercoledì 8 gennaio alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di Sarmede, dove martedì 7 alle ore 19 sarà recitato il rosario. Dopo le esequie si proseguirà per la cremazione.
Sull’epigrafe, i familiari hanno scritto un messaggio di ringraziamento al reparto di nefrologia di Vittorio Veneto e Conegliano e al trasporto Castelmonte.
(Autrice: Beatrice Zabotti)
(Foto: Onoranze funebri D’Assiè e per concessione della famiglia)
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