Il primo e più importante Festival di Corti in Italia, che quest’anno (dal 17 al 23 marzo) celebrerà la sua 20esima edizione. Parliamo di Cortinametraggio, rassegna nata da un’idea della “vulcanica” Maddalena Mayneri, che da sempre viene organizzata al cospetto della Regina delle Dolomiti.
La nascita, l’evoluzione, il presente e il futuro del Festival, fucina di talenti che fa sempre registrare numeri da capogiro (oltre 5mila presenze solo nell’ultima edizione): ne abbiamo parlato proprio con l’artefice di questo successo, la presidente della rassegna Mayneri.
Un festival che non è solo un festival, ma anche la celebrazione del talento e della creatività italiana. Com’è nata l’idea?
“È nata un giorno davanti all’Hotel della Poste, nei primi anni del ’90, quando parlavo con Vittorio Gassman e mi raccontava un po’ cos’erano i cortometraggi. Poi man mano, negli anni, ho cominciato a capirlo e insieme ad Andrea Gris nel ’97 abbiamo creato la prima edizione di Cortinametraggio”.
Una fucina di idee, di talenti, tanti quelli passati e lanciati dal Festival. Ce ne può citare qualcuno?
“Diciamo che per citarvene qualcuno dovrei prendere forse l’elenco telefonico, perché veramente credo che tutto il cinema italiano è passato da Cortinametraggio. Molti di loro hanno continuato la loro carriera, i primi di tutti, anzi i primi due, diciamo i più importanti che ho nel cuore, ma direi nella storia del festival, sono Paolo Genovese e Luca Miniero che nel ’99 hanno vinto con il loro corto. Era il secondo anno che venivano e da quell’anno Paolo Genovese non è mai mancato un’edizione dei miei festival di corti. Poi per arrivare ai giorni nostri possiamo parlare di Pilar Fogliati, possiamo parlare di Massimo Cappelli, di Valerio Vestoso, che sono nomi che ormai sono entrati veramente tra quelli più importanti del cinema italiano, sia come attori che come registi”.
Un’edizione di successo, l’ultima, oltre 5 mila presenze: ci può raccontare com’è andata?
“Cortinametraggio è un festival di successo proprio perché attira tanta gente, un pubblico di variegate età, ma soprattutto molti curiosi perché ,essendo un festival dove nascono i talenti, si scoprono ovviamente i cortometraggi ma anche chi sono i nuovi registi. Poi c’è il ruolo fondamentale che possono giocare le aziende: ad esempio noi siamo ospiti qui in una realtà che è fantastica, perché basta guardarsi intorno, con le occhialerie di Gilles Joy, con Giancarlo Dall’Omo, nascono tante situazioni, ed è proprio grazie a queste che nasce anche il cinema italiano e nascono festival come questo. Ed è molto molto importante, perché le aziende devono credere nel cinema, nella cultura. C’è una frase che io dico sempre, che senza cultura ci si ammala e quindi ricordatevi che il cinema è forse una delle manifestazioni, una delle realtà culturali più importanti che abbiamo soprattutto in Italia”.
Può parlarci dell’evoluzione del festival dagli inizi fino ai tempi più recenti?
“I primi anni noi organizzavamo la rassegna in agosto, gli ultimi giorni del mese per precedere il Festival del Cinema di Venezia. Poi, dal 2010, invece siamo diventati invernali e siamo il primo festival dell’anno di corti, infatti siamo anche quelli che hanno più difficoltà nel ricevere i contributi, perché logicamente, essendo il primo, i contributi arrivano a dicembre dell’anno dopo e quindi siamo quelli che soffrono di più da questo punto di vista. Però possiamo dire che mancano i contributi ma cresce il festival e crescono tantissimo le iniziative e i corti che arrivano. Pensate che da settembre a febbraio, quando noi apriamo la piattaforma di Film Freeway dove scrivono i corti, ci arrivano regolarmente una media dai 400 ai 500 corti e noi ne selezioniamo solamente 20, quindi i 20 migliori cortometraggi che vengono prodotti durante l’anno e che vengono visionati da delle giurie molto professionali. Il Gota del cinema italiano si ritrova a marzo a Cortina insieme anche a una giuria selezionatissima del pubblico. Quindi i premi sono molto diversi, sono premi professionali, premi seri, dati ovviamente dalle giurie tecniche, ma per me il premio del pubblico resta quello più importante, perché è proprio quello che il pubblico vuole vedere in sala”.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Simone Masetto)
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