In altre occasioni abbiamo preso spunto dalle vicende che accadono sulle nostre strade, e che riguardano in particolare gli automobilisti. Credo in molti abbiano notato ormai una certa disaffezione dei conducenti all’attivazione doverosa degli indicatori di direzione, le cosiddette “frecce”, in particolare in occasione del loro disimpegno delle rotatorie. In pratica, in diversi casi, un po’ a tutte le latitudini, si notano forti (e ingiustificate) velocità in entrata e in uscita, scarsa considerazione del fattore precedenze, mancata segnalazione della direzione di marcia prescelta. Tradotto: confusione assicurata tra i veicoli in transito, possibile rischio incidenti e colleghi al volante ovviamente nervosi e arrabbiati contro gli autori di queste violazioni delle regole di circolazione.
In poche parole, si tratta di un’esperienza di vita normale, di un esempio concreto e quotidiano in cui l’incertezza sul proprio cammino rischia di diventare una seria complicazione per la propria persona e per coloro che si muovono accanto. Un richiamo, forse banale ma nel contempo indubbiamente veritiero, alla necessità per tutti di dare un assetto sicuro ai propri intendimenti, ai propri obiettivi, ai propri percorsi, pena il possibile ingenerarsi di sentimenti e fatti obiettivi di inquietudine, insicurezza e difficoltà, per se stessi e per gli altri.
In questo senso, anche la saggezza che arriva dall’antichità si era espressa con la famosa affermazione del grande autore Lucio Anneo Seneca: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Come a dire: è destinato a naufragare l’uomo di mare che non conosce la sua meta. E’ una massima di grande significato e di speciale attualità, applicabile in vari campi, che si può leggere avendo ben presente le complesse dinamiche della vita e la necessità, comunque, di stabilire un preciso ordine di marcia e un traguardo che riassumano le aspirazioni di fondo di ciascun individuo per le opere e i giorni della sua esistenza. Sin da giovani, certamente, quando occorre impostare con chiarezza e lungimiranza le coordinate del proprio essere e agire nella società, mettendo basi solide al progetto di vita che possa esprimere al meglio e mettere a disposizione di tutti talenti, competenze e inclinazioni personali. Sono scelte importanti, a cominciare da quelle collegate agli studi e al mondo del lavoro, che vanno per tempo accompagnate, aiutate e sorrette in capo alle nuove generazioni, e non rinviate, differite, sminuite o sottovalutate, con il rischio di non trovare mai il giusto orientamento e la corretta visione di fondo del proprio futuro. E’ come se ci si mettesse in viaggio in maniera approssimativa e pressappochista: si stabilisce di partire, ma non si definisce in maniera convinta, stabile e certa la mappa del cammino e soprattutto il punto di arrivo finale, che potrebbe variare in base all’umore, alle contingenze e alle mode. Ancor prima, non ci si attrezza adeguatamente per il viaggio, che non viene pianificato e studiato per misurare tutte le azioni concrete e tutti i passi organizzativi e operativi che si renderebbero necessari per conseguire lo scopo prefissato.
A questo punto, facile pensare a un insuccesso e a una cocente delusione, inevitabile nel momento in cui venisse a mancare la scelta precisa della direzione, come ammoniva Seneca sin dai tempi dell’antichità. C’è poco da fare: a un certo punto, ai tornanti decisivi della nostra vita, prima o dopo, le opzioni importanti diventano inderogabili, e bisogna azionare i famosi indicatori di direzione, le “frecce” in poche parole, come facciamo solitamente nel nostro ruolo di conducenti di automobili. Una strada non vale l’altra, non è la stessa cosa, e dobbiamo mettere in campo doti e qualità per stabilire il traguardo del nostro viaggio e l’identità del nostro percorso, senza indugiare o accampare scuse, perché altrimenti rischiamo di danneggiare noi stessi e anche coloro che affrontano la strada insieme a noi.
Con una consapevolezza: occorre definire, sperare e amare la meta finale, indubbiamente, ma anche la strada che serve percorrere per raggiungerla, sapendo che questa può presentarsi irta di difficoltà, cadute, dispiaceri, incomprensioni. E’ il prezzo inevitabile da pagare per chi sceglie di essere protagonista della propria vita, e decide in autonomia e libertà quale sia il proprio destino, almeno per quello che dipende da se stesso, dalle proprie forze fisiche e psicologiche, dalla tensione morale, dalla volontà di essere parte attiva e consapevole della comunità.
In questo caso, leggendo e interpretando in maniera plausibile e completa il testo di Seneca, potremmo anche dire che invece “esiste vento favorevole per il marinaio che sa dove andare”. Ossia, nel momento in cui si hanno le idee chiare sul proprio cammino futuro e si mettono in campo forza e coraggio per poter conseguire il traguardo auspicato, allora ne derivano come effetto la forte motivazione interiore, la razionalizzazione dei pensieri e delle energie, la disponibilità al sacrificio e al lavoro intenso, la capacità di intercettare tutti gli elementi positivi e favorevoli che potrebbero agevolare il percorso, e al tempo stesso l’abilità di superare gli inevitabili ostacoli che potrebbero capitare per via e rendere più complicato il quadro del proprio itinerario di vita. In pratica, la serenità e la convinzione dei propri mezzi e delle mete finali rappresentano fattori fondamentali e favorevoli per il successo della propria impresa: esso arride infatti a coloro che non temono le scelte, le preparano e le studiano a dovere, si fidano delle proprie capacità, senza eccessi in positivo e in negativo, e con prudenza e lungimiranza si mettono nella condizione di operare per il meglio, nell’interesse e per il bene proprio ma anche degli altri, come avviene in tutti i casi in cui l’etica ispira e muove i comportamenti delle persone.
In conclusione, serve la “vision”, mutuando una parola in voga del lessico aziendale, e non solo: il tempo è un bene assolutamente prezioso, e non va sprecato con ritardi, rinvii, cose fumose e progetti poco chiari, o addirittura inesistenti. Proseguiamo il cammino con fiducia, intraprendenza e sano ottimismo, perché non c’è mai fine al viaggio. Mettiamo però le “frecce”, e scegliamo bene la meta e la strada: la via della pienezza e della felicità avrà sicuramente il soffio di un vento favorevole.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata