Fiducia (ben) riposta

Viene in mente il fortunato slogan pubblicitario di una famosa marca del settore agroalimentare, in voga in decenni passati, secondo il quale citare quella specifica azienda voleva “dire fiducia”. Appunto. Come a certificare in maniera evidente che proprio questa caratteristica diventava fondamentale nel rapporto fra produttore e cliente, tutto giocato sull’affidamento reciproco in termini di qualità e di costi. Tradotto: di noi ti puoi fidare, siamo seri e convenienti, sarai tranquillo e felice di una scelta indirizzata nei nostri confronti, siamo impegnati a garantire al massimo il rapporto in termini economici con la controparte che tu rappresenti, ma anche e soprattutto a dare il segnale concreto di una condivisione piena di valori, di stile  e di progettualità.

Ebbene, proprio la fiducia – da sempre anima positiva dei rapporti fra le persone e delle stesse dinamiche di scambio a livello commerciale – figura tra le componenti più insidiate e tradite dai comportamenti di tante persone nella società attuale, che mettono in atto strategie e azioni di ogni genere per poter raggiungere un risultato di profitto a scapito dell’interlocutore. In questo ambito, siamo arrivati a tal punto di degrado e di preoccupazione che le truffe orchestrate ai danni del prossimo hanno ormai assunto una dimensione così vasta e complessa da rappresentare ormai una sorta di calamità nazionale, per affrontare la quale sono in campo ormai da tempo le attività di contrasto delle forze dell’ordine, a tutti i livelli.

Infatti, basta soffermarsi sulle pagine della cronaca locale per essere costantemente aggiornati, purtroppo, sul livello raggiunto di pericolosità delle azioni poste essere da truffatori senza scrupoli, che adottano ogni tipo di macchinazione per indurre prima le persone a fidarsi, al solo scopo di ingannarle poi e di tratte illeciti profitti dalla situazione di contatto avvenuta. Dalle telefonate scorrette su incidenti mai avvenuti alla posta elettronica dei malfamati “phishing”, dai finti abbracci e dagli specchietti “rotti” in strada alle azioni degli improbabili personaggi che si dichiarano funzionari ed operatori di pubbliche istituzioni (falsamente) impegnati a verifiche nelle abitazioni: tutti questi stratagemmi illeciti si pongono l’unico obiettivo di instaurare un possibile rapporto immediato di fiducia con i diretti interlocutori, e poi si incaricano di rubare brutalmente la stessa e, soprattutto, effetti personali, soldi e oggetti preziosi agli sfortunati interlocutori che cadono ingenuamente nella rete di questi impostori.

Non ci sono limiti di età, sesso e condizione sociale rispetto alle vittime di queste azioni così nefande: le truffe sono condotte con tale abilità e “professionalità“(sic!) da mietere vittime ovunque senza guardare in faccia nessuno, rivolgendo in particolare i propri intenti criminosi verso gli anziani, più di altri in situazioni di fragilità e di maggiore permeabilità a queste attività veramente odiose nello sfruttare la gentilezza e la disponibilità del prossimo.

Purtroppo, siamo arrivati a tal punto che ormai si parla di una sorta di emergenza diffusa nei paesi e nelle città, per cui si stanno mettendo in atto delle campagne d’informazioni mirate per mettere tutti al corrente di queste  situazioni e per creare una controffensiva efficace a quanto viene illegalmente architettato e messo in pratica.

Insomma, la fiducia è in primo piano nelle cronache attuali della vita del nostro Paese, purtroppo nel settore delle vicende negative, mentre invece proprio il senso dell’affidamento reciproco, della condivisione piena, del credere negli altri “a occhi chiusi”, del poter contare sull’aiuto e sulla collaborazione di persone serie e veritiere dovrebbe diventare il cemento unificante delle relazioni pubbliche e private. “Ti stimo, ho fiducia in te, mi fido”: queste dovrebbero essere le parole fondanti, le espressioni vitali, le frasi veritiere da poter rivolgere alle persone che entrano a far parte della nostra vita, con sentimenti di bene reciproco e di considerazione autentica. Certo, parliamo di rapporti personali, di affetto e di amicizia, e quindi con dinamiche davvero speciali.

Al tempo stesso, non possiamo pensare che lo stesso elemento fiduciario non entri a far parte dei nostri rapporti in campo economico e sociale, e anzi ne rappresenti una realtà di assoluta importanza, decisiva per la costruzione di un mondo più umano e più giusto. Ispirano fiducia le persone perbene, regala fiducia il collega pratico, efficiente e garbato, dona fiducia l’ambiente di gruppo nel quale tutti sono animati da sentimenti buoni e da comportamenti  corretti e validi, per il raggiungimento di obiettivi di comune interesse.

Insomma, questa fiducia (ben) riposta diventa un fattore fondamentale per la crescita personale e sociale, perché crea un animo individuale favorevole, stabilisce una sorta di appartenenza l’un l’altro, pone con chiarezza e serietà il tema dell’essere insieme, con la “fides” che si fa garante della sintonia, della sim-patia, della com-passione, della sinergia e della cooperazione tra persone che hanno, appunto, fiducia reciproca.

Attenti dunque a tradire questo sentimento fiduciario, così vitale per i singoli e la comunità, a tutti i livelli: senza la fiducia non si va da nessun parte e non si costruiscono mete convincenti di bene comune. Teniamo alla larga, dunque, quanti vorrebbero approfittare dei nostri nobili sentimenti e impossessarsi con l’inganno dei nostri beni, e aiutiamo con l’informazione puntuale e il consiglio corretto tutti coloro che potrebbero essere coinvolti, loro malgrado, in queste truffe: è una questione di autentica civiltà, che va affrontata con coraggio e coerenza, tutti insieme.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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