“Liberi di Essere”, il Centro diurno innovativo dove vincono socialità e inclusione

Quel maledetto camion che gli taglia la strada, l’imprudenza di andare in motorino senza casco e il tremendo schianto che lo ha portato in coma profondo per cinque mesi. Quando si è risvegliato, la vita di Marco Stocco, che all’epoca dei fatti aveva solo 16 anni (oggi ne ha 45), non era più la stessa.

Per questo, dopo un lungo e difficile recupero seguito ai danni cerebrali riportati nell’incidente, ha deciso di mettere la sua difficile esperienza al servizio degli altri, specie dei più giovani. Scrivendo e pubblicando, nel 2015, un libro – “Pensieri e parole. Una vita a metà” – in cui ha raccontato la sua nuova realtà e andando nelle scuole del territorio, attualmente con l’associazione “Vittime della strada”, a sensibilizzare i ragazzi sui pericoli di condotte imprudenti alla guida. “Sono molto attenti e mi fanno un sacco di domande” ci ha raccontato lui, che è di Castelfranco Veneto.

Marco è solo uno dei 33 ospiti del Centro diurno “Liberi di Essere” di Pederobba, una struttura nata nel 2009 (legata all’ente Opere Pie di Onigo) che si occupa proprio di assistere persone e famiglie, dai 18 ai 65 anni, con disabilità acquisita a seguito di incidenti stradali, traumi e patologie.

Una realtà di eccellenza del territorio, l’unica di questo tipo nel distretto socio-sanitario di Asolo dell’Ulss2, gestita dalla responsabile Chiara Acampora e da un’equipe di composta da psicologi, fisioterapisti e logopedisti impegnati nella riabilitazione degli ospiti.

“Quel che ci differenzia da altre realtà è l’approccio – ha spiegato Chiara , che vive a Volpago del Montello – Noi non trattiamo infatti disabilità congenite, i nostri ospiti hanno quasi tutti famiglie (figli, mogli, mariti, compagni…) e quindi lavoriamo sulla singola persona ma anche sull’intero nucleo”.

Un’esperienza sicuramente impegnativa (anche emotivamente), ma che sa regalare incredibili e inattese soddisfazioni: “Questo lavoro ha cambiato il mio modo di vedere la vita – ha proseguito Chiara – Lo so, sembra una frase fatta, ma è così. Ora assaporo molto di più il qui e ora”.

E a proposito di soddisfazioni, grande è stata ed è ancora quella legata al progetto “Liberi di Leggere”, nato nel 2017 grazie alla collaborazione con il Comune, sempre attento ai temi dell’inclusione. In sostanza nella nuova piazza Guarnier, vicino alla chiesa, è stato allestito il primo punto prestito esterno della biblioteca comunale, impiegando proprio gli ospiti del vicino Centro diurno, con l’obiettivo di favorire il loro processo di riabilitazione e reinserimento tramite un’attività socializzante.

Un innovativo approccio alla disabilità che ha dato una marcia in più alla struttura, come raccontato da un’altra ospite, Fernanda Ballestrin, 58enne di Loria, colpita circa 15 anni fa da un’emorragia cerebrale: “Grazie a questa iniziativa, di cui va dato merito all’Amministrazione comunale e alle Opere Pie, mi sento di nuovo inserita e utile – ha raccontato – E’ un servizio prezioso e molto comodo per i residenti, che se non trovano i volumi desiderati possono fare richiesta a me che, dopo aver contattato la biblioteca di Onigo, glieli faccio arrivare”.

(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Lanza)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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