Il mondo delle Penne Nere è stato protagonista di una storia significativa e, si può anche dire, commovente: a distanza di decenni è stata rinvenuta la piastrina di Luigi Furlan, giovane soldato (primo di cinque fratelli) di San Vendemiano, partito per la tragica Campagna di Russia e mai più tornato a casa.
Piastrina che è stata ritrovata proprio in Russia e che, grazie alla collaborazione delle Penne Nere, è stata riconsegnata alla sorella più giovane del soldato, ovvero Rita Furlan.
Nato a Conegliano il 1° gennaio 1922, Luigi Furlan morì in Russia il 20 gennaio 1943, a soli 21 anni. Una storia, la sua, che è stata raccontata nella sede degli Alpini di San Vendemiano, alla presenza del capogruppo Maurizio Pagotto, del presidente della Sezione Ana di Conegliano Francesco Botteon, del direttore del Museo degli Alpini di Conegliano Aldo Vidotto, del direttore del periodico alpino “Fiamme Verdi” Gino Ceccherini, di un rappresentante della Sezione alpina di Brescia, Christian Abate, del vicesindaco di San Vendemiano Renzo Zanchetta, oltre alla famiglia del soldato Furlan (la sorella, cugini e nipoti).
Tra i parenti del defunto era presente anche il cugino Antonio, che lo vide partire per il fronte: “La madre gli disse in tutti i modi di non andare in Russia, ma lui non la ascoltò – ha raccontato –. Uno dei suoi compagni gli propose di scappare assieme a lui, ma Luigi non volle”.
Proprio grazie al passaparola tra sezioni di diversi territori e all’aiuto di Fabio Caldera, che da diverso tempo abita in Russia, è stato possibile ricevere la notizia del ritrovamento di questa piastrina, il cui ritorno in patria ha dovuto affrontare non pochi ostacoli di natura burocratica.
Ora la piastrina rimarrà nelle mani della sorella Rita, con l’approvazione dell’Unione nazionale reduci di Russia. Per lei è l’unico ricordo rimasto del fratello.
La storia è stata raccontata da Aldo Vidotto, mentre Christian Abate ha sottolineato quanto “la cerimonia non sia così scontata”. “La piastrina è una cosa che aspettavamo da tanto tempo – le parole del capogruppo Maurizio Pagotto –. Per noi è un’emozione particolare”.
“Possiamo dire che un filo invisibile unisce tutti gli Alpini, per ricordare quanti hanno dato la vita – ha affermato Zanchetta –. La piastrina è il ricordo della vita di una persona”.
“Tanti ragazzi come lui non sono più rientrati – il commento del presidente Botteon –. Un bel gesto e un segno di quanto dobbiamo sempre ricordare e mostrare che non ci dimentichiamo di chi ci ha preceduto”.
Luigi Furlan morì il 20 gennaio 1943: fece in tempo a inviare una lettera dal fronte, un mese prima di morire, in risposta alla lieta notizia della nascita di un nipote.
Poi quel soldato perse la vita facendo il proprio dovere, “incaricato di tenere libere le strade, per consentire il rientro a casa degli altri” militari. E ora, finalmente, la sua piastrina è tornata a casa. Una volta presa in mano, la sorella Rita non ha potuto non baciare la piastrina stessa, in ricordo di quell’amato fratello deceduto tanto tempo fa.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: ANA Conegliano)
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