Villa Ottoboni Mercante: spiritualità e innovazione

Villa Ottoboni Mercante

La villa sorge a Rustignè, la più piccola fra le frazioni di Oderzo.

Il nucleo più antico del complesso caratterizzato da edifici realizzati in epoche diverse è proprio la villa, edificata nel Cinquecento e rimaneggiata un secolo dopo.

L’aspetto elegante ma al contempo sobrio dell’edificio dominicale è connesso con profonda religiosità dei patrizi veneziani storici proprietari della dimora, talmente facoltosi da ispirare il detto “da Oderzo a Pordenone non c’è finestra o balcone che non appartenga agli Ottoboni”. Profondamente religiosi, essi hanno espresso anche un papa salito al soglio pontificio nel 1689 col nome di papa Alessandro VIII.

La facciata della villa, impreziosita da dettagli in pietra d’Istria, reca in posizione centrale il blasone di famiglia sul quale spicca l’aquila bicipite. A poca distanza dall’edificio padronale si incontrano l’oratorio di San Gaetano e la colombaia, entrambi settecenteschi. La fastosità della chiesetta, voluta dal cardinale Pietro Ottoboni, è verosimilmente conseguenza del desiderio di onorare l’illustre figura di Alessandro VIII.

All’interno della villa, oltre agli affreschi con vedute agresti e scene di caccia, si possono ammirare le immagini di Giuditta e Oloferne, Davide e Golia.

Nel giardino esterno, semplice e razionale, viali alberati di pioppi cipressini mettono in comunicazione la dimora signorile con le campagne circostanti.  

Oggi l’azienda agricola nata in epoca cinquecentesca è amministrata dalla famiglia Mercante che, dalla fine dell’Ottocento, ha acquisito la proprietà della tenuta. Paolo Mercante, esponente della quarta generazione, sottolinea la vocazione agricola di un “terroir che, cosa affatto scontata, ha visto l’impianto della vite già dai primi del 900”. “I circa 500 ettari di terreno” prosegue Paolo Mercante “sono suddivisi a metà fra vigneto e seminativo”. La cantina di proprietà consente la gestione di circa 45.000 ettolitri di vino, mentre “i seminativi sono a servizio di un impianto di biogas per la produzione di energia elettrica”. “Con lo stesso impianto” spiega Mercante “produciamo un ottimo concime organico e rinnovabile in grado di dare una marcia in più sia ai seminativi che ai vigneti.”.

Un progetto ambizioso e innovativo nel quale l’impresa coniuga i saperi della tradizione con le nuove frontiere dell’agronomia.

(Autore: Marcello Marzani)
(Foto e video: Qdpnews.it)
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