L’argomento è piuttosto delicato, dunque occorre partire da lontano e procedere con estrema cautela.
Alla voce granello, il vocabolario Treccani attribuisce, in prima battuta, il significato di chicco di grano o di altro cereale. Con lo stesso vocabolo si indicano le cose piccole e tondeggianti, come il granello di sabbia o quello di pepe. Nel linguaggio figurato ci sono il granello di saggezza e quello di follia; e sempre a proposito di cose arrotondate, granello è anche sinonimo di testicolo. E qui si apre un mondo perché il granello-testicolo è il protagonista di ricette culinarie, novelle, blasoni nobiliari, sodalizi letterari e addirittura festival internazionali.
In cucina i granelli, assieme alla trippa, alle animelle, ai rognoni, alla lingua e a molte altre frattaglie fanno parte del cosiddetto quinto quarto, le parti meno nobili ricavate dalla macellazione capaci di regalare emozioni gastronomiche strepitose. Pellegrino Artusi (1820 – 1911), autore di una popolarissima raccolta di ricette, a proposito di questo originale ingrediente scrive: “Ho sentito dire che quando nella Maremma toscana viene il giorno della castratura dei puledri, s’invitano gli amici ad un pranzo ove il piatto che fa i primi onori è un magnifico fritto di granelli”.
Di cavallo, di montone, di pollo o di suino, i granelli spesso giungono in tavola con una denominazione ammiccante: ostriche della prateria o delle Montagne Rocciose, fagioli di gallo, patatine di agnello o uova di toro. E a proposito di toro, le leggendarie criadillas spagnole pare fossero particolarmente apprezzate da Ferdinando il Cattolico, Filippo IV e Carlo III: fini gourmet attratti dalle empanadas farcite di huevos de toro o più banalmente uomini maturi sedotti dalla reputazione di potente afrodisiaco che ammanta questa prelibatezza?
Sul web le ricette a base di granelli sono centinaia: fritti, in umido, con i carciofi o i piselli, alla liquerizia, trifolati, alla piastra e chi più ne ha più ne metta. Ennesima dimostrazione di come i granelli ben cucinati siano davvero deliziosi e segnale che le schiere di soggetti speranzosi di fare un carico di testosterone a buon mercato sono ancora folte.
Non sorprende allora che lo scorso anno, dalla lontana Australia, si sia levato un grido di dolore in difesa delle centinaia di canguri ufficialmente sacrificati per contenerne la proliferazione, ma secondo alcuni per fare incetta di un ricercatissimo “viagra naturale”.
Il novelliere raguseo Franco Sacchetti (1332 – 1400) pone i granelli al centro di un racconto in cui un povero prete viene “capponato” sulla pubblica piazza da Messer Dolcibene ed è costretto ad andarsene dolorante e “senza granelli”.
Nel linguaggio di un tempo “granellone” indicava una persona poco intelligente; e poiché di granelloni ce ne sono sempre stati tanti, nella Venezia del 1747 un gruppo di letterati sovvenzionati da Daniele Filippo Farsetti pensa bene di fondare l’Accademia dei Granelleschi. Il sodalizio, del quale fanno parte i fratelli Gasparo e Carlo Gozzi, nasce con l’intento di canzonare un prete stolto e presuntuoso. Il povero sacerdote, insignito del titolo di Arcigranellone nella sala del caffè Menegazzo, viene costretto a declamare i propri versi insulsi appesantito da un pesante batacchio e perfidamente ingozzato di bevande bollenti. Seriamente impegnata a salvaguardare la purezza della lingua italiana, l’Accademia non tradirà mai la propria connotazione goliardica rintracciabile sia nell’emblema, un gufo che ghermisce due “granelli” o due prugne con lo sfondo di lattuga, che nel motto: Testes plures sunt quam homines, ovvero i testimoni della virilità (i granelli) sono più degli uomini.
Tre paia di granelli fanno bella mostra di sé anche nell’arme parlante della famiglia Colleoni e il leggendario capitano di ventura Bartolomeo Colleoni (1395 – 1475) pare ne andasse molto fiero. Anche nello stemma dei Medici campeggiano sei palle, cinque rosse e una azzurra, ma questa è un’altra storia
Conclude questa breve carrellata sui “granelli” una segnalazione turistica. In Serbia, dal 2004, si tiene il festival “World Cup Ball”, un originale campionato del mondo di cucina a base di granelli. Fra canti e balli un manipolo di cuochi internazionali si cimenta nella preparazione di piatti rigorosamente a base di attributi di toro, cammello, cinghiale e struzzo. Non solo: al culmine della kermesse viene assegnato un premio speciale. Recentemente ad aggiudicarsi l’ambito riconoscimento è stato il pilota americano Chesley Sullenberger divenuto celebre nel 2009 per essere riuscito ad ammarare con il proprio aereo di linea sul fiume Hudson anziché schiantarsi nel cuore di Manhattan. Non c’è che dire, un bell’esempio di uomo … con i granelli!
(Autore: Marcello Marzani)
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