Il nuovo Ccs (Centro coordinamento soccorsi) è pronto ad affrontare le emergenze che dovessero capitare nel Bellunese. Con l’augurio, come dichiarato da Provincia e Prefettura, che venga utilizzato il meno possibile. La (primissima) prova si è avuta oggi venerdì con il test della struttura, realizzata a ridosso del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, in via Col da Ren. Il Ccs è stato teatro del coordinamento dell’esercitazione regionale denominata “Terre in movimento 2024”, che proseguirà fino a domenica 10 novembre.
Tutti i soggetti chiamati a occuparsi della gestione delle emergenze, ognuno nella sua postazione della grande sala operativa, hanno seguito gli scenari di criticità proposti dall’esercitazione. E hanno potuto testare il funzionamento dei software e della dotazione tecnologica.
«Si è trattato di un test ed è stato funzionale a dimostrare che la struttura è valida e pratica. Si sono rafforzate le sinergie che ci hanno portato a realizzare il nuovo Ccs, che ci auguriamo serva il meno possibile, perché significherebbe non dover affrontare emergenze significative per il territorio. Grazie a tutti i volontari qui intervenuti e alla struttura provinciale che ne ha seguito il progetto» ha detto il presidente della Provincia Roberto Padrin, in sopralluogo durante l’esercitazione.
La struttura
Il nuovo Ccs è la prima struttura completamente antisismica in provincia di Belluno. È stato costruito per resistere a scenari di calamità estremi ed è dotato di una copertura di pannelli solari in grado di garantire l’energia elettrica per il funzionamento delle dotazioni tecnologiche anche in caso di prolungato blackout.
Il progetto è della Provincia di Belluno ed è stato portato avanti in sinergia con la Prefettura. È stato pensato subito dopo Vaia per una sede più funzionale e moderna rispetto al vecchio Ccs (in località aeroporto) che aveva svolto le sue funzioni nella gestione della tempesta 2018. L’investimento complessivo è di circa 1,2 milioni di euro frutto di risorse proprie della Provincia, di una raccolta fondi messa in campo da sindacati e Confindustria all’indomani di Vaia, di risorse del Ministero dell’Interno e di un contributo di Cariverona. Sono arrivate da poco anche risorse dal Corpo nazionale vigili del fuoco per completare le pertinenze esterne. Le dotazioni tecnologiche (software, computer, radio e pannelli monitor) sono state invece acquistate dalla Provincia: in parte si trovavano nel vecchio Ccs e sono state spostate nella nuova sede.
«Non appena completate le aree esterne, potremo procedere con l’inaugurazione, così da avere un Ccs, già oggi completamente funzionante, anche bello da vedere» afferma Massimo Bortoluzzi, consigliere provinciale delegato alla Protezione Civile, che ha seguito fin dall’inizio la realizzazione della nuova struttura. «L’augurio è che siano poche le occasioni di emergenza in cui serve il Ccs. Purtroppo anche gli episodi meteo recenti, non distanti da noi, ci fanno capire che una struttura del genere è indispensabile. Il prossimo passo sarà quello di dotare anche la Protezione civile provinciale di una nuova sede più moderna».
Nella Marca
In provincia di Treviso è iniziata oggi venerdì, con l’emissione di un primo avviso, l’esercitazione di Protezione civile “Terre in movimento”, che nella Marca simula un terremoto di magnitudo 4.8 con epicentro a Valdobbiadene.
Sono coinvolti, oltre alle strutture regionali di Protezione civile, diverse associazioni di volontari, quattordici Comuni, le Prefetture di Belluno e Treviso, Vigili del fuoco, Suem e altri enti territoriali.
Domani sabato a mezzogiorno nel COC di Valdobbiadene, aperto in municipio, ci sarà un momento di confronto e sintesi con punto stampa finale, cui prenderanno parte l’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin e altre autorità.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: Provincia di Belluno)
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