Un connubio di arte, storia e territorio. La chiesa di San Giorgio in Manzana di Vittorio Veneto è stata la meta di una speciale uscita didattica della classe 5A dell’Istituto tecnico economico – indirizzo Turismo “Da Collo” di Conegliano.
“Un’esperienza arricchente e per diversi aspetti emozionante” l’hanno definita gli studenti: “Ad aspettarci ed accoglierci c’erano due persone speciali – raccontano i giovani, accompagnati dai loro docenti -: l’architetto, direttore dei lavori, Susanna Maset e la restauratrice Emanuela Ruggio che da più di un anno lavorano alacremente e con grande passione al recupero dell’antico oratorio”.
Otto anni fa l’avvio dell’iter, con alcuni sopralluoghi ed indagini, poi l’occasione del PNRR: “Ottenuti i finanziamenti, sono iniziati i lavori – spiegano -: prima la rimozione del vecchio pavimento in cemento, poi lo scavo archeologico; nel frattempo la sistemazione del tetto ed il restauro delle facciate esterne”.
“Con precisione l’architetto e la restauratrice ci hanno raccontato la storia di quel luogo – dicono – con numerosi aspetti frutto di deduzioni e ricostruzioni derivate dalla consultazione degli archivi, dagli studi dei reperti archeologici e architettonici e dal confronto tra le conoscenze professionali di ciascun operatore”.
Di origine tardo medievale, la chiesa di San Giorgio ha subìto nei secoli significative trasformazioni, con ristrutturazioni interne, rifacimenti degli apparati pittorici a partire dal 14esimo secolo, e un ampliamento dell’edificio nel Seicento.
Le scoperte durante i lavori
Numerose le “sorprese” che il cantiere ha riservato e che gli alunni hanno potuto verificare durante la visita: “Si è scoperto – racconta ancora la comitiva scolastica – che lungo le pareti c’era una seduta in pietra, che all’ingresso c’era un fonte battesimale e che forse per un periodo, prima di diventare affiliata alla parrocchiale, la chiesetta era utilizzata da una comunità monastica.
A dare maggiori informazioni il pavimento: “Dagli scavi eseguiti dall’archeologo dott. Flavio Cafiero – aggiungono – sono stati ritrovati importanti reperti ed è emerso che sotto il pavimento di cemento c’era un materiale diverso, molto particolare, un pastellone (antesignano del “Terrazzo” alla veneziana) che è stato riportato alla luce e pazientemente sistemato”.
Notevoli anche gli interventi di pulitura: “Un lavoro di precisione e pazienza, non possibile se non supportato da una forte passione. Sentendo parlare Emanuela Ruggio abbiamo capito quanti sacrifici e quanta dedizione richiede questa professione, impegnativa anche nel percorso di formazione: sono necessarie, infatti, conoscenze in svariate materie”.
La chiesetta vittoriese ospita anche importanti affreschi, con immagini di San Giorgio e il drago, dell’Angelo annunciante e di Maria, di un Crocifisso e una Teoria degli Apostoli.
“L’esperienza ci ha introdotto nel delicato mondo del restauro – concludono – e ci ha permesso di vedere con i nostri occhi in cosa consiste il lavoro del restauratore, dell’archeologo e dell’architetto. Abbiamo anche capito quale grande sforzo sta dietro alla tutela e conservazione del patrimonio culturale che nel nostro Paese è ricchissimo ed inestimabile, ma che purtroppo non sempre riceve adeguate cure, risorse ed attenzioni. Ci siamo sentiti protagonisti della valorizzazione del nostro territorio”.
La chiesetta assume un valore speciale perché inserita nel contesto territoriale delle Colline del Prosecco Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
L’uscita rientra in un percorso scolastico pluridisciplinare di PCTO dell’Istituto Da Collo, seguito dai docenti Ennio Benedet (Geografia), Chiara Luisa Chies (Diritto), Maria Luisa Contini (Matematica), Lara Gava (Spagnolo), Lydia Manavello (Arte e Territorio), Franca Marchi (Religione), Elisabetta Portello (Tedesco), Annarita Quarta (Economia), Patrizia Spinelli (Inglese) e Francesca Stecchezzini (Italiano e Storia).
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: docenti Istituto Da Collo)
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