Erbari – curarsi e nutrirsi con le erbe nei secoli: gli strigoli

FAMIGLIA| Caryophyllaceae

NOME POPOLARE| carlèti, sciopèt, s-ciochèt, tajadèe-dea-Madona, Tussèl, Garofoet.

ETIMOLOGIA| il termine del genere Silene viene fatto corrispondere a Silenus, il Dio Sileno, educatore e compagno di Bacco, famoso anch’egli peer il ventre rigonfio (come il calice dei bubbolini). Secondo altri autori il nome deriva dal fatto che la macerazione della radice nel vino eviterebbe le sgradevoli conseguenze dell’ubriachezza. Il nome della specie vulgaris significa del volgo, comune, popolare.

PARTI USATE| le foglie.

TEMPO DI RACCOLTA| primavera.

HABITAT| pianta erbacea perenne che si trova nei campi, nei prati, lungo i margini delle strade qua e là su tutto il territorio.

DESCRIZIONE| si presenta alta fino a 80 cm. Dalla radice si sviluppano in primavera diversi ciuffi di foglie erette ed appaiate, sessili, lanceolate ad apice acuto. I fiori (aprile-agosto) hanno un calice a forma di vescichetta ovale, verde bianchiccio e rossiccio in basso ed una corolla di 5 petali bianchi dai quali spargono gli stami.

UTILIZZAZIONE| le foglie, raccolte prima che siano visibili i boccioli floreali, si possono consumare crude o cotte come gli spinaci, mescolate con altre entità. Si utilizzano anche per risotti o frittate.

PRINCIPI ATTIVI| le foglie hanno un buon contenuto di mucillagini, vitamine C, polifenoli e altri composti antiossidanti.

PROPRIETA’| svolge un’azione diuretica, depurativa del fegato e leggermente lassativa.

NOTA| il nome popolare “sciopèt” o “s-ciochèt” è dovuto ai persistenti calici fiorali rigonfi come tante vescichette, divertimento in passato dei bambini i quali, tenendoli fra le dita, ne traevano un piccolo scoppio (“scek”), facendoli “scoppiare” sul dorso della mano.

Nei prati della zona montana del Grappa cresce la Silene dioica (Silene dioica (L.) Clairv.) che viene analogamente consumata dai malgari in zuppe e minestre.

Silene bianca

Tra le numerose specie che trovano analogo impiego alimentare è bene ricordare la silene bianca o Silene alba L. sempre delle Caryophillaceae.

Viene chiamata anche “rece de gèvaro” o garofoeti de campo”. Le foglie basali sono lanceolate e ben allungate, ricoperte di una fitta peluria e con la pagina superiore più scura di quella inferiore.

La silene bianca è una pianta erbacea perenne che sviluppa uno stelo fiorale rotondo, ricoperto di piccoli peli, fogliato e con ramificazioni opposte.

Le foglie si raccolgono i aprile-maggio prima dello sviluppo fiorale e si consumano cotte come gli strigoli, oppure in insalata mescolate con altre entità. Si utilizzano anche per risotti o frittate.

I fiori sono bianchi, composti da un calice allungato che contiene la corolla divisa in cinque lobi a loro volta ancora divisi in due.

(Articolo a cura di: Ernesto Riva, Danilo Gasparini, Silvano Rodato, Carla Camana – Unifarco SPA – Accademia Internazionale di Storia della Farmacia – Antiga Edizioni).
(Foto: Wikipedia)
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