Un importante passo avanti è stato compiuto alla COP16 sulla biodiversità, dove i paesi partecipanti hanno raggiunto un accordo storico dopo intense negoziazioni protrattesi fino all’alba del 2 novembre.
Il punto centrale dell’intesa riguarda il modo in cui le aziende dei settori farmaceutico e cosmetico dovranno contribuire economicamente per l’utilizzo delle risorse genetiche naturali nei loro processi di ricerca e sviluppo.
Un accordo nato da negoziati complessi
Le trattative sono state particolarmente intense, con significativi contrasti tra Paesi come l’India e la Svizzera che hanno richiesto lunghe ore di discussione per trovare un punto d’incontro.
La complessità dei negoziati riflette l’importanza della posta in gioco: stabilire un meccanismo equo per la condivisione dei benefici derivanti dall’uso della biodiversità.
Il Fondo Cali: un nuovo strumento per la conservazione
L’elemento chiave dell’accordo è la creazione del Fondo Cali, che sarà alimentato dai contributi delle aziende che utilizzano le risorse genetiche della biodiversità. Secondo quanto stabilito, le imprese qualificate dovranno versare:
– Lo 0,1% del loro fatturato, oppure
– L’1% dei loro profitti
Questi contributi rappresentano un riconoscimento concreto del valore economico della biodiversità e costituiranno una fonte di finanziamento per progetti di conservazione e uso sostenibile delle risorse naturali.
Implicazioni per l’industria e l’ambiente
L’accordo segna un punto di svolta nel rapporto tra settore privato e risorse naturali.
Per la prima volta, viene stabilito un meccanismo chiaro e vincolante che riconosce il dovere delle aziende di contribuire alla preservazione delle risorse biologiche da cui traggono beneficio.
Il sistema di pagamento concordato rappresenta un compromesso tra:
– La necessità di garantire un giusto compenso per l’utilizzo delle risorse genetiche
– L’esigenza di mantenere sostenibili i costi per le aziende
– L’obiettivo di generare risorse significative per la conservazione della biodiversità
Prospettive future
Questo accordo potrebbe avere importanti ripercussioni sul modo in cui le aziende approcciano la ricerca e lo sviluppo basati sulle risorse naturali. Si prevede che il meccanismo di contribuzione possa:
– Incentivare pratiche più sostenibili nella ricerca
– Generare fondi significativi per la conservazione della biodiversità
– Promuovere una più equa distribuzione dei benefici derivanti dall’uso delle risorse genetiche
La sfida ora sarà quella di implementare efficacemente l’accordo, garantendo una transizione fluida e un monitoraggio efficace dei contributi al Fondo Cali.
(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata