2 novembre 2024: nasce il Fondo Cali. Le aziende pagheranno per l’utilizzo delle informazioni genetiche della biodiversità

2 novembre 2024: nasce il Fondo Cali. Le aziende pagheranno per l’utilizzo delle informazioni genetiche della biodiversità

Un importante passo avanti è stato compiuto alla COP16 sulla biodiversità, dove i paesi partecipanti hanno raggiunto un accordo storico dopo intense negoziazioni protrattesi fino all’alba del 2 novembre.

Il punto centrale dell’intesa riguarda il modo in cui le aziende dei settori farmaceutico e cosmetico dovranno contribuire economicamente per l’utilizzo delle risorse genetiche naturali nei loro processi di ricerca e sviluppo.

Un accordo nato da negoziati complessi

Le trattative sono state particolarmente intense, con significativi contrasti tra Paesi come l’India e la Svizzera che hanno richiesto lunghe ore di discussione per trovare un punto d’incontro.

La complessità dei negoziati riflette l’importanza della posta in gioco: stabilire un meccanismo equo per la condivisione dei benefici derivanti dall’uso della biodiversità.

 Il Fondo Cali: un nuovo strumento per la conservazione

L’elemento chiave dell’accordo è la creazione del Fondo Cali, che sarà alimentato dai contributi delle aziende che utilizzano le risorse genetiche della biodiversità. Secondo quanto stabilito, le imprese qualificate dovranno versare:

– Lo 0,1% del loro fatturato, oppure

– L’1% dei loro profitti

Questi contributi rappresentano un riconoscimento concreto del valore economico della biodiversità e costituiranno una fonte di finanziamento per progetti di conservazione e uso sostenibile delle risorse naturali.

Implicazioni per l’industria e l’ambiente

L’accordo segna un punto di svolta nel rapporto tra settore privato e risorse naturali.

Per la prima volta, viene stabilito un meccanismo chiaro e vincolante che riconosce il dovere delle aziende di contribuire alla preservazione delle risorse biologiche da cui traggono beneficio.

Il sistema di pagamento concordato rappresenta un compromesso tra:

– La necessità di garantire un giusto compenso per l’utilizzo delle risorse genetiche

– L’esigenza di mantenere sostenibili i costi per le aziende

– L’obiettivo di generare risorse significative per la conservazione della biodiversità

Prospettive future

Questo accordo potrebbe avere importanti ripercussioni sul modo in cui le aziende approcciano la ricerca e lo sviluppo basati sulle risorse naturali. Si prevede che il meccanismo di contribuzione possa:

– Incentivare pratiche più sostenibili nella ricerca

– Generare fondi significativi per la conservazione della biodiversità

– Promuovere una più equa distribuzione dei benefici derivanti dall’uso delle risorse genetiche

La sfida ora sarà quella di implementare efficacemente l’accordo, garantendo una transizione fluida e un monitoraggio efficace dei contributi al Fondo Cali.

(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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