L’Unione provinciale Confcommercio di Treviso e Banca Prealpi SanBiagio, in collaborazione con Format Research, hanno presentato oggi giovedì il quarto Report del 2024 dell’Osservatorio Congiunturale. La rilevazione, effettuata su un campione di 800 imprese, prende in considerazione il terzo trimestre 2024 (luglio-settembre) e le prospettive per il mese di dicembre 2024 per le imprese di commercio, turismo e servizi del territorio trevigiano.
La ricerca fornisce un quadro delle principali tendenze del trimestre per il terziario, quali clima di fiducia, congiuntura economica ed esigenze finanziarie. Inoltre, approfondisce l’approccio al credito, gli strumenti di pagamento, la transizione digitale e verde e i relativi investimenti. Un’occasione di ulteriore riflessione su questi temi – in particolare approccio al credito e investimenti da parte delle imprese – è fornita dalla circostanza temporale, in quanto il 31 ottobre è la giornata internazionale del risparmio.
A tal proposito, nel pomeriggio, Unione provinciale Confcommercio di Treviso e Banca Prealpi SanBiagio hanno organizzato, nella sede della Camera di Commercio Treviso – Belluno|Dolomiti (che lo ha patrocinato), il convegno “Verso quale terziario? Investimenti e interlocutori necessari per anticipare il cambiamento”, che ha visto gli interventi di Mario Pozza (Presidente Camera di Commercio Treviso – Belluno|Dolomiti), Dania Sartorato (Presidente Confcommercio Unione Provinciale di Treviso), Francesco Piccin (Capoarea Banca Prealpi SanBiagio), Fabio Scardellato (Responsabile Filiale Treviso di Fidi Impresa & Turismo Veneto), Alessandro Minello (Economista e Adjunct Professor presso l’Università Cà Foscari di Venezia), Pierluigi Ascani (Direttore Format Research) e Costantino Moret (Responsabile Commerciale Banca Prealpi SanBiagio).
L’istantanea che emerge dal quarto Report del 2024 dell’Osservatorio Congiunturale ci riporta un ritratto del terziario trevigiano sostanzialmente maturo, fiducioso nel sistema bancario, propenso all’innovazione e alla sostenibilità e capace di adeguarsi alla doppia transizione.
In sintesi: quasi il 60% delle imprese del terziario di Treviso dispone di un finanziamento in essere: la banca contribuisce fattivamente alla transizione verso la sostenibilità secondo più della metà degli intervistati e alla transizione digitale per ben il 65%; aumenta la percentuale di imprese del terziario che hanno chiesto credito nel terzo trimestre del 2024. Aumenta anche la percentuale delle imprese che vedono accolta interamente la propria richiesta di credito. Migliorano le condizioni del credito; nel complesso, attualmente, quasi il 60% delle imprese del terziario della provincia di Treviso dispone di un finanziamento in essere. Tra queste, tre ogni quattro non hanno avuto alcuna difficoltà per ottenerlo; Il 17% delle imprese si è rivolta ai Consorzi Fidi per ottenere un finanziamento. Il Confidi ha consentito di ottenere il credito in tempi più rapidi (48,1%) e costi inferiori (40,7%). Si rivolgono ai Confidi in particolare pubblici esercizi, trasporti e logistica. Negli ultimi due anni il 68% delle imprese ha effettuato almeno un investimento. Le imprese finanziano gli investimenti facendo ricorso all’autofinanziamento (50% circa) oppure ricorrendo al mercato del credito (credito a medio/lungo termine, leasing, eccetera); oltre il 50% delle imprese ritiene che la banca della quale si serve contribuisca fattivamente alla transizione sostenibile dell’impresa stessa. Tale percentuale sale al 65,7% per quanto riguarda la transizione digitale.
Diminuisce leggermente l’indice di fiducia delle imprese (da 36 di giugno a 34 di settembre), ma per dicembre le aspettative sono viste in risalita a 36 punti (dato nazionale a 38). Migliorano le performance delle strutture di ricezione turistica e alberghiera, tengono, ma in misura inferiore alle attese, i pubblici esercizi, soffrono (dato già rilevato in report precedenti) le imprese del commercio al dettaglio soprattutto se piccole. Analogamente, è stata registrata una leggera contrazione dei ricavi delle imprese (da 53 di giugno a 50 di settembre, che si prevede stabile anche per fine anno), più evidente presso gli operatori del commercio, mentre si confermano in netta controtendenza le imprese del turismo, con aspettative in crescita per fine anno.
Tiene sostanzialmente l’occupazione (da 52 di giugno a 50 di settembre, vista stabile a fine anno) e la capacità delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel riuscire a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario (da 43 di giugno a 41 di settembre, vista in risalita a 43 a dicembre, leggermente meglio del dato nazionale).
Aumenta leggermente la percentuale di imprese che hanno chiesto credito nel terzo trimestre (dal 19% del secondo al 20% di settembre) e parallelamente anche la percentuale di imprese che vede accolta interamente la propria richiesta di credito: è oggi pari al 56% ed era pari al 51% nel trimestre precedente. Migliorano anche tutti gli indici che hanno a che fare con il credito: costo del finanziamento (l’indice passa da 36 a 40 nel terzo trimestre), durata temporale del credito (da 43 a 44), garanzie (da 37 a 40).
Ben il 57,4% delle imprese del terziario di Treviso ha un finanziamento in essere. Tra queste soltanto il 21,4% ha avuto difficoltà nell’ottenere il finanziamento richiesto, mentre il 76,1% non ha avuto alcune difficoltà in questo senso. A riscontrare difficoltà soprattutto pubblici esercizi e le imprese del commercio.
Circa il 29% delle imprese che hanno un finanziamento in essere ha fatto ricorso ad agevolazioni pubbliche per ottenerlo. Di queste, il 27% lo hanno ottenuto.
Negli ultimi due anni il 68% delle imprese ha effettuato almeno un investimento: il 25,2% ha investito in sostenibilità; il 50,4% in digitalizzazione e il 34,2% ha effettuato «altri investimenti» diversi dai precedenti. I principali investimenti in sostenibilità hanno riguardato interventi strutturali per il risparmio energetico e interventi per l’ottimizzazione dello smaltimento dei rifiuti.
Riguardo alla digitalizzazione il 38,3% delle imprese ha digitalizzato i processi interni, il 32,1% ha digitalizzato la comunicazione e il 29,6% il rapporto con i clienti e i fornitori. Con riferimento alle altre tipologie di investimento il 36% ha investito in consulenza e formazione, il 25,8% ha acquistato nuova strumentazione, il 24,6% ha ristrutturato i locali esistenti e il 13,6% ha affittato o acquistato nuovi locali.
In media le imprese hanno destinato agli investimenti il 26,1% del fatturato. In prospettiva le imprese che affermano di voler aumentare gli investimenti sono il 21,7%.
Le imprese finanziano gli investimenti principalmente facendo ricorso all’autofinanziamento (54,4%, ovvero ricorrendo a risorse proprie dell’impresa stessa) oppure ricorrendo al mercato del credito (26,3%, cioè debito a medio/lungo termine). È interessante notare come la maggioranza delle imprese (53,8%) ritiene che la banca, attraverso i processi per l’erogazione del credito e le condizioni di accesso ai prodotti di finanziamento, contribuisca fattivamente alla transizione sostenibile dell’impresa stessa. Percentuale che sale a due aziende su tre (65,7%) per quanto riguarda la transizione digitale.
L’ondata digitale, sostenuta dal cambiamento dei consumatori e dall’evolversi delle generazioni, ha mutato i sistemi di pagamento. Appare interessante notare come il report confermi che l’80% degli incassi avviene attraverso strumenti di pagamento digitali. Tra questi, il 64,3% dichiara di utilizzare molto le carte di credito, di debito e le prepagate, il 61% i bonifici bancari, il 35,7% le ricevute bancarie. Ben il 94,6% dichiara lo scarsissimo utilizzo degli assegni e l’83,8% l’utilizzo del contante, segno evidente che monete ed assegni stanno sparendo dalle abitudini dei trevigiani.
Alla data della rilevazione, le imprese terziarie della provincia di Treviso sono 36.942, pari al 64% delle imprese extragricole. Di queste, 15.490 appartengono al commercio, 4.226 al turismo e 17.226 ai servizi. Il totale complessivo delle imprese attive in provincia di Treviso è di 58.051.
“Quest’ultimo rapporto ci restituisce un quadro generalmente confortante, a testimonianza del fatto che le imprese del terziario trevigiano hanno intrapreso la direzione corretta – conclude Francesco Piccin, Capoarea Banca Prealpi SanBiagio -. Ora, però, occorre insistere per non perdere il passo. Gli imprenditori del settore hanno abbracciato la doppia transizione verde e digitale, investendo in maniera rilevante, grazie anche al contributo fattivo della propria banca di riferimento, che si configura sempre più come vero e proprio partner nelle decisioni aziendali strategiche. Anche il fatto che l’80% degli incassi avvenga attraverso strumenti di pagamento digitali è un segnale di maturità. L’allentamento delle politiche monetarie, abbassando i costi per finanziarsi, ha inoltre favorito la ripresa della domanda di credito, di cui si vedono i primi segnali, e il numero di coloro che vedono accolta la propria richiesta che, nel 40% dei casi, era finalizzata a nuovi investimenti. È importante rilevare, inoltre, che i dati relativi a credito e investimenti siano, in genere, in linea o migliori rispetto alla media nazionale. Ne consegue, quindi, che le banche del territorio stiano facendo la propria parte nel sostenere il tessuto economico locale. In particolare, Banca Prealpi SanBiagio è attenta a supportare i progetti che mettono al centro la sostenibilità ambientale, coerenti con i criteri ESG, volti al raggiungimento di obiettivi di crescita sostenibile ed equa della comunità”.
“Questo report, se da una parte “sorprende”, dall’altra restituisce alcune importanti conferme – commenta Dania Sartorato, presidente Unione provinciale Confcommercio -. La prima: appare nettamente migliorato, rispetto al decennio precedente, il rapporto tra banca e impresa, che ci viene restituito come fluido, flessibile, improntato alla reciprocità, al passo coi tempi. Le micro e piccole imprese del terziario sono cresciute, sono più informate e consapevoli ed utilizzano in maniera “matura” il rapporto con la propria banca e gli strumenti creditizi. Quasi 6 su 10 hanno un finanziamento in corso. La seconda: la doppia transizione passa attraverso il rapporto con la banca e diventa investimento per oltre il 68%, una percentuale importante se mettiamo assieme tutte le forme di investimento. Una su quattro ha investito in sostenibilità, una su due in digitalizzazione e in questo processo ha collaborato proficuamente con la propria banca”.
“Si sente, ma non si impone ancora, la relazione con i Confidi: il 17% è passato attraverso il Confidi e ne ha tratto beneficio, in quanto hanno un ruolo fondamentale di facilitatori che va incentivato, supportato, coltivato e per questo motivo, l’intensa opera di tutti i corpi intermedi che noi rappresentiamo diventa un asset strategico, di volano e di “cultura dello sviluppo”. Sorprende positivamente l’intero sentiment: c’è una netta propensione agli investimenti (il 21% afferma di volerli aumentare), il biennio post pandemia – pur con il rialzo delle materie prime – i contesti territoriali in evidente calo demografico ed il contesto globale influenzato dai conflitti bellici, ci restituisce un terziario capace di guardare al futuro, di cogliere le nuove abitudini dei consumatori (i pagamenti), sostanzialmente in grado di affrontare l’innovazione anche se fatta di piccole innovazioni, detentore di una fiducia che consente di svolgere una funzione occupazionale trainante” precisa.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto e video: Matteo De Noni)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata