Villa Piloni Federici Foscolo, perla della Valbelluna

Villa Piloni Federici Foscolo

Edificata a Casteldardo di Trichiana verso la fine del Cinquecento per volere di Odorico Piloni, la villa sorge ai piedi del passo di San Boldo, in un territorio storicamente conteso fra bellunesi e trevigiani.

Delle numerose proprietà fondiarie della famiglia Piloni, fra cui una casa di caccia, altre residenze di campagna e un palazzo all’interno della cerchia muraria di Belluno, la villa è senz’altro l’edificio più imponente e suggestivo.

La magione ha subito modifiche e rifacimenti in epoche successive alla costruzione. In particolare sono da menzionare il maestoso scalone e gli eleganti balaustrini troco-conici, migliorie attribuite all’architetto Francesco Maria Preti, il progettista del duomo e del teatro di Castelfranco Veneto.

L’accesso alla villa avviene attraverso un vialetto in leggera salita che conduce al corpo padronale in posizione più avanzata rispetto alle due ali laterali. Una soluzione architettonica innovativa e studiata per separare gli ambienti di rappresentanza da quelli privati.

Il parco, come annota il pittore Cesare Vecellio, fu “artificiosamente fatto fare” per godere di “odoriferi fiori d’ogni sorte”, “erbe belle e strabelle”, nonché “alberi fruttiferi di eccellenza singolare”. 

La villa di Trichiana nel 1885 diviene proprietà di Antonio Federici, committente di importanti lavori riguardanti la regimazione delle acque destinate ad alimentare la vasca e le fontane del parco.

Ereditato dalla famiglia Foscolo, originaria di Venezia, il complesso di Casteldardo mantiene inalterato il proprio fascino di prestigiosa dimora nel cuore della Valbelluna.

Alvise Foscolo nel descrivere la storica dimora, sottolinea come la sua famiglia, innamoratasi di questo luogo, abbia dato un impulso decisivo per lo sviluppato attività agricole innovative. “Azienda maidicola sin dagli anni Settanta e prima a coltivare la soia nel bellunese”, prosegue Alvise Foscolo, “l’azienda ha sperimentato importanti innovazioni anche nel recente passato. Fra queste la destinazione di circa 40 ettari a vigneto e la coltivazione del fagiolo di Lamon, una delle prime IGP italiane tipica di questo territorio”. 

(Autore: Marcello Marzani)
(Foto e video: Qdpnews.it)
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