Le guerre in Ucraina, Iran e Afghanistan, e ancor prima la crisi in Venezuela e le proteste in Cile, sono solo alcuni degli scenari in cui Cecilia Sala ha lavorato, raccontando il dramma delle persone e gli avvenimenti che hanno segnato la storia contemporanea. “Mi piacerebbe tornare in Iran per raccontare le storie di chi sfida il regime, ma ora sto per partire per il Michigan” ha detto ieri martedì sera all’Auditorium Banca Prealpi SanBiagio durante il nuovo appuntamento della rassegna “Una Collina di Libri“.
Il Michigan è uno Stato americano che sembra lontano dagli scenari drammatici che Sala è abituata a raccontare, sia sulle pagine de “Il Foglio” sia nel suo podcast “Stories.”: eppure, è uno stato chiave nella battaglia per la Casa Bianca. Sia Donald Trump che Kamala Harris temono di perdere questo stato chiave per le presidenziali, e noto soprattutto per la sua industria automobilistica.


“Tra le persone che andranno a votare, ma non è detto che sceglieranno i due candidati favoriti – aggiunge Cecilia Sala, – ci sono molti arabo-americani arrabbiati e delusi per il sostegno attuale della Casa Bianca a Israele. Ma il Michigan è anche lo stato dove l’estrema destra preoccupa maggiormente: basti pensare che ciò che è accaduto durante l’attacco al Campidoglio il 6 gennaio 2021 (quando Trump non riconobbe la sconfitta elettorale ndr), era già successo da quelle parti”.


Oltre 400 persone hanno partecipato alla tappa tarzese di “Una Collina di Libri,” organizzata dall’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, con il patrocinio della Regione del Veneto e diretta da Francesco Chiamulera, ideatore e responsabile anche di “Una Montagna di Libri” a Cortina d’Ampezzo. In più di un’ora di dialogo con lo stesso Chiamulera, Cecilia Sala ha raccontato anche le storie presenti nel suo ultimo libro, “L’Incendio”, edito da Mondadori nel 2023.


“La nostra attenzione è stata molto alta nel primo anno della guerra in Ucraina, poi è svanita,” racconta Sala. “Lo stesso è accaduto con l’Afghanistan: per due settimane sembrava che l’attenzione degli occidentali, europei e americani fosse monopolizzata dagli afghani, ma poi abbiamo distolto lo sguardo dopo il ritiro spaventoso e disastroso delle nostre truppe. I problemi di quegli afghani che si aggrappavano persino alle ali e ai carrelli degli aerei per tentare la fuga sono ancora tutti lì”.


“Poi è iniziata una guerra spaventosa, dopo l’attacco di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre, e ora ci troviamo di fronte a un conflitto più ampio, che coinvolge anche il sud del Libano. È probabilmente ciò che attira di più la nostra attenzione al momento, anche se temo che sia già scemata rispetto a qualche mese fa, purtroppo” ha concluso Cecilia Sala.


(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Simone Masetto)
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