La Regione sposa in pieno la linea sulla eradicazione della nutria che Coldiretti da tempo sostiene e che è contenuta anche nel documento consegnato al presidente Zaia ad aprile, e portata all’attenzione dell’opinione pubblica anche con la manifestazione a Mestre del 25 luglio. La nutria è una specie alloctona che con la sua proliferazione ha causato e causa criticita e situazioni di pericolo non solo per la sopravvivenza dell’agricoltura ma anche e sopratutto per la sicurezza dei cittadini.
“Cogliamo con soddisfazione le parole e la netta presa di posizione del Presidente Luca Zaia – commenta Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto che, senza giri di parole, ieri ha dichiarato che l’unica soluzione per garantire la sicurezza dei cittadini e dei territori in pianura è la drastica eradicazione delle nutrie. Gli strumenti per arrivare all’obiettivo, ossia l’azzeramento della specie, ci sono già, ma è fondamentale per raggiungerlo garantire una appropriata e consistente dotazione finanziaria nel prossimo bilancio regionale in discussione da ora fino a inizio dicembre”.
“Lo abbiamo detto più volte – prosegue Salvan – da un lato, va fissata una taglia sulla nutria omogenea su tutto il territorio regionale ed adeguata di non meno di 5 euro a capo per incentivare la massima operatività dei selezionatori e cacciatori, dall’altro, va immediatamente tolto il tetto massimo per cacciatore al numero di capi abbattuti. A questo poi va aggiunta l’importanza del ruolo dei Consorzi di bonifica, la cui contribuenza è a prevalenza agricola: vanno assegnate delle risorse, tagliare sempre più negli ultimi anni, per permettere loro di ripristinare frane e cedimenti, manutenzioni necessarie che i singoli Consorzi non riescono più a garantire, trattandosi di attività straordinarie su beni dati loro in gestione, ma che vanno assicurate per non esporre il territorio agli effetti dei cambiamenti climatici che abbiamo visto anche in questi giorni. Domani i vertici di Coldiretti Veneto incontreranno Oscar Da Rold coordinatore Polizie Provinciali per il contenimento della fauna selvatica con il quale desideriamo iniziare un dialogo costruttivo ed un percorso insieme che ci porti veramente a eradicare la nutria e ad abbattere il più alto numero di cinghiali possibile soprattutto nelle zone del Veronese e del trevigiano. Dobbiamo arginare quanto prima il rischio di diffusione della PSA che rischia di diventando il prossimo grave problema sanitario da affrontare”.
“Servono maggiori risorse, e non finanziamenti una tantum, per eradicare le nutrie dal nostro territorio”.
Anche Cia Veneto sostiene l’iniziativa annunciata dall’amministrazione regionale, ovvero l’eliminazione totale dei castorini dalle aree di pianura: oltre a devastare decine di ettari di appezzamenti agricoli, soprattutto quelli vocati a mais (con perdite fino ad un 30% del raccolto), praticano dei fori lungo gli argini nei quali ricavano le loro tane.
“Alla prima pioggia abbondante viene giù tutto – precisa il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini – Chiaro che dopo si verificano gli allagamenti. Prima della salvaguardia della flora e della fauna, un concetto peraltro ormai passato, occorre mettere in sicurezza le arginature. Pure per salvare vite umane da potenziali esondazioni di fiumi e canali”.
Cia Veneto, inoltre, ricorda che esiste un piano regionale di eradicazione delle nutrie. “Tuttavia – precisa lo stesso Passarini – fino ad ora non ha portato i risultati sperati poiché non sono stati messi in campo adeguati contributi. Solo, appunto, delle contromisure che assomigliano più a dei palliativi”.
“Oggi, come sostiene la Regione, non possiamo più attendere”. In ogni caso, da anni Cia Veneto porta avanti con forza la battaglia per addivenire alla modifica della legge 157 del 1992, “Norme per la protezione della fauna selvatica”: nell’attuale contesto serve andare al di là del principio della protezione per giungere a quello di una corretta gestione della stessa.
“Continueremo a tenere alta l’attenzione sulla tematica – conclude il presidente – Le nutrie, insieme ai cinghiali, devastano i raccolti, con pesantissime ricadute in termini di redditività per gli imprenditori agricoli. E mettono a repentaglio il già delicato sistema idrogeologico della pianura”.
“Fermo restando che dal 2010 abbiamo realizzato oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro di opere con oltre 3.000 cantieri, la sfida ora per il Veneto sono i 5.000 km di argini che abbiamo da diaframmare e mettere in sicurezza perché sono messi a rischio dagli animali selvatici, come tassi e nutrie, che hanno reso gli argini dei gruviera. Bisogna prendere coscienza che la sfida non è più far fronte al sormonto arginale dell’acqua in caso di piena, che si può risolvere con i bacini di laminazione, ma lo sfondamento arginale. Ricordo che nel 2010 ci furono ben 32 argini sfondati. Abbiamo sistemato 50 km di argini e abbiamo progetti per 180 milioni di euro per altri 80 km. Non dobbiamo mettere a repentaglio la vita dei cittadini per salvaguardare la fauna”.
Lo ha detto il presidente della Regione Luca Zaia che questa mattina insieme all’assessore all’ambiente e dissesto idrogeologico Gianpaolo Bottacin ha fatto il punto della situazione rispetto allo stato di attuazione per la messa in sicurezza delle infrastrutture idrauliche.
“Abbiamo realizzato 10 bacini di laminazione sui 23 previsti – ha precisato Zaia – 10 bacini che possono contenere 21 milioni di metri cubi d’acqua, che diventeranno 210 milioni di metri cubi con il completamento dei bacini che mancano. Sono numeri che ci dicono che abbiamo lavorato bene ma non basta farci dormire sonni tranquilli. Adesso, ribadisco, la sfida è mettere in sicurezza gli argini e servono strumenti per poterlo fare dato che stiamo parlando di 5.000 km di argini di competenza della Regione più altri 3.000 dei Geni Civili, che, insieme ai dirigenti e tecnici regionali, ringrazio per il lavoro e la continua collaborazione per garantire la sicurezza del nostro territorio”.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: CIA Veneto)
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