“La debolezza della domanda internazionale si riflette anche sull’interscambio commerciale delle nostre province – commenta Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno|Dolomiti. – Nei primi sei mesi 2024 l’export di Treviso cala del -3,0%, in linea con il risultato del Veneto che sconta una flessione del -3,5%. Per Belluno il calo è del -6,4%”.
“Pesa soprattutto la crisi del mercato tedesco, che per Treviso comporta una riduzione dell’export del -10,5% verso questo mercato: in euro parliamo di minori vendite rispetto allo scorso anno di oltre 125 milioni (soprattutto calzature, carpenteria metallica, mobili, prodotti tessili e abbigliamento e componentistica automotive). Per Belluno, il calo del -6,4% è collegato ad una diminuzione dell’export di occhialeria verso il mercato statunitense e francese (che può dipendere anche da stagionalità o riorganizzazioni dei flussi della filiera); ma scendono anche le vendite di macchinari, di prodotti di elettronica/medicali/di misurazione e di prodotti tessili-abbigliamento. Vanno bene le bevande e gli elettrodomestici in entrambe le province e l’alimentare a Treviso” precisa.
“Una dinamica negativa delle esportazioni era già stata osservata nel primo trimestre – riflette Pozza – ed è assai probabile che anche il secondo trimestre si vada a collocare nel più volte richiamato processo di normalizzazione del ciclo economico e dei prezzi, dopo gli shock post pandemia. Ma l’elemento principale di preoccupazione – continua Pozza – nasce dalla lettura di questi dati alla luce di quello che sta succedendo nella seconda parte dell’anno. Gli attesi segnali di ripartenza ancora tardano a manifestarsi, la flessione dell’export riguarda tutte le maggiori regioni esportatrici d’Italia (Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, oltre al Veneto) con segnali di criticità che si riscontrano in diversi settori: il sistema moda, ma anche la metalmeccanica, dove gli ultimi monitoraggi evidenziano una persistente debolezza della raccolta ordini”.
“Pesa la crisi del mercato tedesco, come dicevamo, ma segnali di rallentamento si avvertono anche per altri nostri partner economici, come la Francia ad esempio. In questi due Paesi lo stesso indice PMI Manifatturiero di S&P Global di settembre non evidenzia inversioni di tendenza in positivo. C’è dunque un quadro importante di peggioramento che non si può sottovalutare. Ha pienamente ragione Draghi – conclude il Presidente – ad esortare l’Unione europea ad adottare più efficaci politiche a sostegno della domanda. Abbiamo bisogno di tornare a crescere. La diversificazione sui mercati mitiga i danni, ma non basta. L’export italiano resta di poco in positivo nei mercati extra-Ue (+0,8%). Il Veneto non fa altrettanto, perché le vendite extra-Ue calano del -3,5%. Ecco, dunque, la necessità di più leve: tornare a crescere nel vecchio continente, posizionandosi nei segmenti di mercato di pregio, e al tempo stesso rafforzare quelle misure di accompagnamento che permettano alle nostre imprese e filiere di agganciare anche i più dinamici mercati extra-Ue” conclude Pozza anche nel ruolo di presidente di Assocamerestero.
Il quadro nazionale
L’Istat ha diffuso i dati del commercio con l’estero nazionale, regionale e provinciale ai primi sei mesi dell’anno 2024. Rispetto a gennaio-giugno 2023 il valore delle esportazioni nazionali scende del -1,1.
L’analisi per mercati di destinazione conferma la debolezza dell’area Ue: del -2,8% è la variazione per il periodo gennaio-giugno 2024 su gennaio-giugno 2023, condizionata soprattutto dalla riduzione delle vendite verso il mercato tedesco (-6,7%) e francese (-3,2%). Con lieve segno positivo è invece il valore delle vendite verso l’area extra Ue27 (+0,8%), che beneficia in particolare della buona performance verso gli Stati Uniti (+3,8%).
Guardando ai settori la flessione riguarda in particolare i prodotti metallurgici, i mezzi di trasporto e componentistica, la calzatura e la concia, i filati e tessuti, e la carpenteria metallica; in lieve riduzione anche le vendite di macchinari e di prodotti chimici e farmaceutici. Tengono invece, anzi aumentano, le esportazioni di prodotti alimentari e bevande.
Il dato nazionale del -1,1% fa media di dinamiche territoriali eterogenee. Le esportazioni scendono per le principali regioni esportatrici del nord Italia: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto (macchinari, prodotti tessili e abbigliamento e prodotti metallurgici le principali voci maggiormente in calo) e Piemonte, con minori vendite in particolare di autoveicoli. Un contributo negativo all’export nazionale è dato anche dalla Basilicata (sempre per minori esportazioni di autoveicoli) e dalle Marche, per minori vendite di prodotti farmaceutici verso la Cina. Dal lato opposto l’export cresce soprattutto per la Toscana (+8,7%) e per il Lazio (+6,7%): entrambe le regioni sono accomunate dal forte incremento di vendite di articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici.
Un calo si riscontra anche dal lato import: nel periodo gennaio-giugno 2024 le importazioni nazionali risultano in diminuzione del -7,4% su base tendenziale. Circa la metà della flessione è determinata, va detto, dalla discesa dei prezzi del petrolio e gas naturale ricompresi nella voce “prodotti delle miniere e delle cave”. Per questa voce merceologica l’import passa da quasi 37 miliardi dei primi sei mesi 2023 agli attuali 25,7 miliardi (-30,4%). Calano, inoltre, gli acquisti di macchinari, di prodotti metallurgici, di elettronica/apparecchi medicali e di misurazione (escluso occhiali), di componenti elettriche e di prodotti tessili e abbigliamento.
Il quadro regionale
Nel primo semestre 2024 l’export Veneto scende in valori del -3,5%. Lo scorso anno, nello stesso periodo, si rilevava una crescita su base tendenziale del +2,8%.
Le esportazioni regionali diminuiscono su base annua sia in ambito Ue che extra Ue27. Per l’Unione europea pesa soprattutto la riduzione delle vendite verso la Germania: la flessione è -8,8%, variazione che corrisponde a minori vendite per oltre 524 milioni di euro. In diminuzione soprattutto le esportazioni di macchinari, prodotti metallurgici, carpenteria metallica, prodotti tessili-abbigliamento e mezzi di trasporto/componentistica. Per l’area extra Ue27 è in particolare l’export verso gli Stati Uniti a scendere: la variazione è del -5,6% (-214 milioni di euro, principalmente occhialeria e prodotti metallurgici). Di rilievo è anche la flessione verso l’Austria (-10,5%) in ambito Ue e verso la Russia (-14,4%) per l’area extra Ue27. In controtendenza positiva Romania (+5,1%), Turchia (+9,9%) ed Emirati Arabi (+10,2%).
L’analisi per settori evidenzia un calo esteso a quasi tutte le principali voci merceologiche regionali. La flessione è superiore alla media regionale, che è del -3,5%, soprattutto per i mezzi di trasporto e componentistica (-14,4%), i prodotti metallurgici (-14,0%), le calzature (-13,6%), la carpenteria metallica (-6,8%) ed i prodotti tessili e abbigliamento (-5,5%). Una lieve flessione delle vendite si osserva anche per i macchinari (-2,7%) e per l’occhialeria (-1,0%). In controtendenza positiva l’export di bevande, le cui vendite all’estero aumentano del +5,8%, di prodotti alimentari e tabacco (+2,9%) e di gioielli (+14,5%).
Nei primi sei mesi del 2024 le importazioni venete scendono in valore del -7,7%. Come osservato per il dato nazionale, questa flessione è fortemente condizionata dalla discesa dei prezzi per il gas naturale ricompreso nella voce “prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere”: per questa voce merceologica il valore degli acquisti passa da 2,4 miliardi del primo semestre 2023 a quasi 1,5 miliardi del semestre in esame (-38,7%) a fronte di una flessione del -4,1% dell’import in quantità. In calo anche gli acquisti di prodotti metallurgici, macchinari, prodotti tessili e abbigliamento, componenti elettriche e calzature.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
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