Come tutti gli strumenti, l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il monitoraggio degli uccelli
Immaginate di poter ascoltare il canto degli uccelli in tutto il mondo, dalle foreste temperate della Norvegia alle giungle del Brasile, con un solo “click”. Sembra fantascienza, ma è esattamente ciò che un team internazionale di ricercatori (USA e Germania) è riuscito a fare, utilizzando l’intelligenza artificiale per analizzare oltre 152.000 ore di registrazioni audio provenienti da quattro angoli del pianeta.
Lo studio ha utilizzato un modello di rete neurale convoluzionale per identificare le vocalizzazioni degli uccelli in enormi quantità di dati audio raccolti in Norvegia, Taiwan, Costa Rica e Brasile. Il risultato? Un’accuratezza sorprendente, con oltre il 90% di precisione per 109 specie su 136 analizzate.
Ma perché questo è importante? Chi legge questa rubrica sa bene come la biodiversità, ovvero la varietà di forme di vita sul nostro pianeta, sia cruciale per la nostra sicurezza alimentare, la dinamica delle malattie e il benessere umano. Tuttavia, monitorarla è sempre stato un compito arduo, che richiede molto tempo e competenze specialistiche. L’approccio presentato dai biologi statunitensi e tedeschi promette di cambiare le carte in tavola, offrendo un metodo automatizzato, economico e applicabile su larga scala.
I risultati sono affascinanti. In Brasile i ricercatori hanno potuto osservare come diverse specie di uccelli fossero più vocali in diversi momenti della giornata. In Costa Rica, hanno scoperto che il tucano dal becco giallo vocalizza più frequentemente nelle foreste primarie e secondarie. In Norvegia, hanno tracciato la migrazione primaverile verso nord del luì piccolo. E a Taiwan, hanno rilevato complessi modelli temporali di presenza per specie migratorie e residenti.
Ricerche come queste aprono la strada a un futuro in cui il monitoraggio acustico completamente autonomo potrebbe essere implementato su scala globale, fornendo preziose informazioni sulla biodiversità. Con l’espansione e il miglioramento dei set di dati di addestramento, le prestazioni di questi modelli di apprendimento automatico continueranno a migliorare, ampliando ulteriormente le nostre capacità di ascoltare e comprendere il mondo naturale intorno a noi.
In un’epoca in cui la perdita di biodiversità è una preoccupazione crescente, questo “orecchio globale” potrebbe diventare uno strumento cruciale per la conservazione, permettendoci di monitorare e proteggere meglio le specie in pericolo in tutto il mondo.
Concretamente utile per la nostra biodiversità sarebbe cominciare una “libreria acustica” del nostro territorio visto che il paesaggio non è solo il risultato di una percezione visiva, ma è anche paesaggio sonoro.
(Autore: Paola Peresin)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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