La meccanica trevigiana è tra le più specializzate in Italia. Il suo indice di specializzazione è pari a 155 contro una media veneta di 145 (+ 6,5%) e nazionale di 100 (+ 35,5%). Dato che colloca la marca Trevigiana al 15° posto tra le province italiane. La meccanica ha nelle MPI un comparto importante, che vale il 6,8% dell’occupazione, contro una media veneta del 6% e italiana del 4,1%.
“È proprio la specializzazione a consentire alla meccanica trevigiana di resistere alle turbolenze della situazione internazionale – sottolinea Vanni De Benetti, presidente del gruppo meccanica di produzione di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – È evidente il ritardo della ripresa del commercio internazionale, che incide sulla propensione all’export della nostre imprese e che si riverbera in una debolezza generale della manifattura. Tutto questo nel mezzo di una grande trasformazione digitale e green che interpella il comparto”.
Andando a confrontare le esportazioni della meccanica trevigiana sul valore aggiunto regionale, la Marca Trevigiana è salita del 24%, dato che colloca la provincia nei primi venti posti in Italia. Un valore più alto della media veneta (20,1%) e nazionale (13,8%).
“Tuttavia, la corsa di questi ultimi anni si sta fermando – ammonisce il presidente Vanni De Benetti, – lo conferma la dinamica tendenziale dell’export della meccanica nel primo trimestre 2024, che è scesa del 4,3%, dato che colloca Treviso al 10° posto in Italia. Un risultato comunque migliore di quello veneto, dove l’export è crollato dell’8,3% e di poco superiore alla media nazionale, attestata a meno 4,8%. La risposta a questa situazione si gioca su diversi piani. Occorre agire sul fronte del lavoro, tenendo conto della crisi demografica. Ma soprattutto occorre investire nella digitalizzazione dei processi aziendali e nella transizione green, riducendo le emissioni, ma anche aumentando la produzione di energia da fonti rinnovabili”.
La digitalizzazione è il punto forte della Metalmeccanica, dove il 74,5% delle imprese hanno investito nella digitalizzazione, contro il 69,6% della manifattura. Minore, invece, è la propensione green: il 34,8% ha fatto investimenti in tecnologie per il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale, contro il 41,5% della manifattura.
Anche gli investimenti in macchinari sono in calo tendenziale a partire da fine 2023. È uno degli effetti collaterali della stretta monetaria imposta dalla BCE.
“Guardando in prospettiva la meccanica nella Marca Trevigiana – conclude De Benetti, – a preoccupare è l’aumento dei costi a fronte di una possibile riduzione degli ordinativi, che fa restringere i margini di profitto, a discapito della capacità di investimento”.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
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