Anche se non ne avete avuto esperienza diretta, in tutti i media sono rimbalzate le notizie delle scritte sui muri contro i turisti a Venezia e a Firenze, delle manifestazioni di cittadini nelle piazze riminesi contro il superaffollamento e contro la pessima qualità della vita che li aspetta quando si dà il via alla “bella stagione”. Tutti al traino di quanto accaduto a Barcellona, quando residenti infuriati armati di pistole ad acqua si sono ribellati ai turisti maleducati che ormai invadono la capitale catalana durante tutto l’anno.
Nel nostro Paese il turismo è la prima industria, e la nostra è la Regione più visitata d’Italia, perché quindi questa ricchezza sta per diventare sempre più insostenibile?
Forse è utile smentire alcuni luoghi comuni, ma palesemente falsi
Il fenomeno dell’overtourism, è così che l’Organizzazione Mondiale del Turismo definisce “l’impatto del turismo su una destinazione, o parti di essa, che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita percepita dei cittadini e/o la qualità delle esperienze dei visitatori”, non è certo un fenomeno recente, si comincia infatti a discutere di overtourism negli anni ’60 del secolo scorso riferendosi, non a caso, a città fragili come Venezia.
Un’altra smentita riguarda la semplicistica equivalenza tra l’overtourism e il turismo di massa. Sebbene un numero elevato di visitatori possa contribuire al problema, è fondamentale considerare anche il comportamento dei visitatori, la distribuzione temporale e la concentrazione in aree specifiche. Ad esempio, i “visitatori giornalieri” provenienti da località limitrofe rappresentano una parte significativa dei visitatori e il loro impatto si concentra principalmente su determinati luoghi e orari.
Dare la colpa solo ai turisti internazionali è fuorviante. Un numero crescente di residenti, pendolari e turisti locali contribuisce alla pressione sulle città. Fattori come le modalità di lavoro flessibili e l’aumento dello shopping online contribuiscono anche alla congestione.
Come al solito, non esistono soluzioni facili all’overtourism. Soluzioni semplicistiche come tasse di soggiorno, zone vietate ai bus o regolamenti più severi per piattaforme come Airbnb non sono sufficienti. Un approccio olistico, culturalmente innovativo che affronti le cause profonde e coinvolga tutte le parti interessate, compresi i residenti, è essenziale per affrontarlo con meno superficialità.
Una delle maggiori soluzioni all’overtourism riguarda il turismo ambientale, piattaforma che non riusciamo a fruire al pari degli altri paesi caratterizzati da un patrimonio ambientale nettamente inferiore al nostro.
Perché non cominciare?
(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata