La Chiesa di San Giovanni di Motta di Livenza: un insediamento di origini bimillenarie

La Chiesa di San Giovanni di Motta di Livenza

San Giovanni è la più antica chiesa di Motta di Livenza. Nel corso dei secoli venne più volte restaurata, ma le sue origini risalgono ai tempi della prima diffusione del Cristianesimo nella Venetia. Secondo la tradizione il vescovo Prosdocimo, partito da Aquileia per evangelizzare le comunità lungo la Postumia, trovò sulle sponde della Livenza un piccolo villaggio nato per favorire i commerci lungo la via. Egli decise di fermarsi a predicare il Vangelo, riuscendo a convertire gli abitanti e a battezzarli, affidandoli a san Giovanni Battista.

Sebbene la prima citazione risalga al 1237, la prima chiesa fu sicuramente costruita all’epoca dell’Editto di Milano, quando ai cristiani venne concessa maggiore libertà di culto. Nel XIV secolo, sotto il controllo della famiglia Da Camino, la chiesa fu completamente ristruttura e assunse la forma originale.

Due secoli dopo, durante il dominio della Serenissima, l’edificio venne restaurato e adornato con affreschi e opere d’arte. Nel 1982 l’area intorno alla chiesa fu oggetto di scavi archeologici, che portarono alla luce un primitivo altare paleocristiano e un basamento di un’antica abside, elementi che fanno presupporre la nascita della chiesa in età molto anteriore a quella medievale. Secondo gli scavi, inizialmente l’edificio aveva una pianta basilicale, con tre navate e absidi semicircolari (che vennero eliminati nel corso del XIV secolo).

L’interno della chiesa è molto semplice, esso è composto da una aula a navata unica, che termina in un’abside a base semi-esagonale, all’interno della quale si trova un pregevole altare, realizzato nella prima metà del XVII secolo. Esso è composto da quattro colonne corinzie scanalate che reggono un architrave e un timpano, sulla cui sommità si trova un gruppo di statue lignee che rappresentano l’Eterno Padre benedicente tra due figure con cartigli.

Al centro trova posto una pala, databile intorno al Seicento, nella quale è raffigurata in alto la Beata Vergine del Carmelo, intenta a consegnare lo scapolare a san Simon Stock, tra altri santi. L’opera proviene dalla Magnifica Comunità di Motta, che nel 1632 decise di istituire la Scuola della Madonna del Carmelo presso la chiesa di S. Nicolò come voto per la protezione dalla peste. All’interno degli intercolumni più esterni sono presenti due statue di santi, inserite in due nicchie con catino a conchiglia.

Sulla parete a destra dell’arco trionfale si trova un affresco della prima metà del XVI secolo, in esso è rappresentato un basamento su cui poggiano due colonne che reggono un architrave sopra il quale, entro una nicchia, è posto San Girolamo con in mano un modello di chiesa. Questi elementi architettonici, decorati con motivi floreali, fungono da cornice per i Santi Giovanni Battista, Pietro e Augusta, opere attribuite a un pittore bellunelliano (G. Fossaluzza). Dalla parte opposta, a cornu Evangelii, si trova un altro affresco, probabilmente più antico, nel quale si intravede il prospetto dell’incorniciatura, costituito da due pilastri che sorreggono un architrave.

L’opera è molto incompleta, ma si possono ancora individuare alcuni frammenti di San Giovanni a destra e di San Sebastiano a sinistra, mentre nella cimasa si può giudicare un’Annunciazione e sul fastigio della lunetta centrale una “figura stante del Gesù Bambino nella postura e con il vessillo del Risorto” (G. Fossaluzza). In fondo alla chiesa, vicino alla porta principale si trovano due altari dedicati a S. Teresa e al Battesimo di Gesù.

(Autore: Federico Battistiol)
(Foto e video: Qdpnews.it)
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