Duomo gremito e note commosse per l’addio al Maestro Lot: “L’Amore ha guidato tutta la sua vita”

Un lungo e interminabile applauso ha tributato l’estremo saluto al Maestro Michele Lot, musicista e docente di violino al Conservatorio “A. Steffani”, mancato a 61 anni, alla fine delle esequie si sono celebrate questa mattina venerdì nel Duomo di Pieve di Soligo.

Un rito commovente, delicato e molto partecipato per l’artista pievigino, definito un “pilastro” della scuola violinistica veneta. Centinaia le persone presenti, che hanno gremito la chiesa in ogni sua parte: colleghi, allievi e amici del mondo della musica, ma anche rappresentanti di istituzioni, enti e associazioni. In Duomo anche il sindaco Stefano Soldan.

Ha presieduto la cerimonia l’arciprete monsignor Luigino Zago, affiancato da don Angelo Arman, parroco di Gorgo al Monticano, e don Pierluigi Cesca, alla guida della parrocchia dell’Immacolata di Lourdes, entrambi molto legati a Lot, alla moglie Graziarita e al figlio Marcello.

Duomo gremito per l’ultimo saluto a Michele Lot

Monsignor Zago ha portato anche il cordoglio di don Alberto Botteon, parroco di Caneva, e di monsignor Giuseppe Nadal, già parroco del Duomo pievigino che di recente aveva potuto visitare Lot: anche loro si sono uniti in queste ore al dolore immenso della famiglia e della comunità musicale.

Un’orchestra di archi di colleghi docenti e amici del Maestro Lot ha accompagnato con brani di musica classica vari momenti significativi del funerale, donando una speciale colonna sonora di note struggenti di memoria e rimpianto per l’insigne violinista. Tante le persone in lacrime e visibilmente commosse per il distacco prematuro dal grande violinista.

“L’uomo, il marito, il padre, il musicista Michele – ha affermato nell’omelia monsignor Zago – ha cercato di assumere e fare suo il comandamento dell’Amore ogni giorno, con la sua bella e ricca umanità, la sua preziosità coniugalità vissuta con la moglie, la sua genitorialità di padre esercitata con cura e grande apertura di mente e di cuore nei confronti del figlio Marcello; con il suo talento musicale interpretato con arte, umile e devota maestria, l’attenzione all’altro che incontrava nella quotidianità e ai suoi numerosissimi allievi che ha sempre guidato da vero didatta, con passione e piena partecipazione”.

“Con tutti, Michele – ha detto ancora – ha sempre saputo rivolgersi con finezza ed eleganza, evidenti espressioni del suo animo delicato, del grande cuore aperto e sensibile. Dall’incontro con Michele, sia esso stato a livello umano, artistico, professionale, è scaturito un fascino che ha lasciato un segno di evidenza, bellezza e premura di cui siamo debitori”.

L’intervento di Paolo Troncon, direttore del Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto

Alla fine del rito sono intervenuti Paolo Troncon, direttore del Conservatorio di Castelfranco Veneto – dove Lot ha insegnato per quasi quarant’anni – e Marco Zabotti, con un suo scritto a nome di familiari e amici.

“Con le sue doti di umiltà e serietà – ha osservato Troncon – è stato un docente autentico, che ha dato l’anima per i propri studenti: non ha solo insegnato a suonare il violino, ma anche ad amare la musica e a vivere per lei”.

“Violinista d’eccellenza, maestro autentico, guida autorevole – ha ricordato Zabotti – ha vissuto in pienezza tutte le dimensioni della sua esistenza, amando e onorando la musica con rara sensibilità, eleganza e raffinatezza. La sua vita illustre è stato orgoglio vero delle terre e delle genti di Marca e venete – ha concluso -. In essa ha fatto incontrare, in una magnifica sintesi, la purezza dell’animo, la coerenza dei gesti e l’incanto della musica, un dono straordinario che parlerà sempre a tutti”.

L’intervento di Marco Zabotti a nome di familiari e amici

(Autore: redazione Qdpnews.it)
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